Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede il rispetto di requisiti rigorosi, la cui mancanza può portare a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questa sanzione processuale impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione, con conseguenze significative per il ricorrente. Una recente ordinanza della Suprema Corte offre un chiaro esempio dei motivi che conducono a tale esito, ribadendo principi fondamentali della procedura penale.
I Fatti del Caso
Il caso in esame riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per il reato previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/1990), relativo a fatti di lieve entità, commesso con l’aggravante della recidiva. La Corte d’Appello di Bari aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, rideterminando la pena. Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione riguardo alla destinazione allo spaccio della sostanza sequestrata.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1353/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si concentra esclusivamente sulla correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione. La conseguenza diretta di questa declaratoria è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.
Le Motivazioni: Perché il ricorso è inammissibile?
La Suprema Corte ha basato la sua decisione su due argomentazioni principali, entrambe radicate in consolidati principi giurisprudenziali.
Mancanza di un’Analisi Critica
Il primo punto sollevato dai giudici è che il ricorso non conteneva una necessaria analisi critica delle argomentazioni della sentenza impugnata. In altre parole, non è sufficiente esprimere un generico dissenso. L’atto di impugnazione deve confrontarsi specificamente con la motivazione del giudice d’appello, evidenziandone le contraddizioni, le illogicità o le violazioni di legge. Un ricorso che si limita a riproporre le stesse tesi difensive già respinte, senza criticare il ragionamento che ha portato a tale rigetto, è considerato aspecifico e, quindi, inammissibile. La Corte richiama precedenti sentenze (tra cui Cass. n. 8700/2013 e le Sezioni Unite n. 8825/2016) per sottolineare come l’impugnazione debba avere un contenuto essenziale di critica mirata.
Mera Reiterazione e Lettura Alternativa
Il secondo motivo di inammissibilità è strettamente legato al primo. La Corte ha rilevato che la censura proposta dall’imputato era meramente reiterativa di una doglianza già esaminata e respinta nei gradi di merito. Inoltre, il ricorso si limitava a proporre una ‘lettura alternativa’ della prova indiziaria, suggerendo un’interpretazione dei fatti diversa da quella, non illogica, adottata dalla Corte d’Appello. La Corte di Cassazione non è un ‘terzo grado di giudizio’ dove si possono rivalutare le prove. Il suo compito è verificare la legittimità e la coerenza logica della decisione, non sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito. Proporre una ricostruzione alternativa, senza demolire la logicità di quella accolta in sentenza, non costituisce un valido motivo di ricorso.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce una lezione fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: il ricorso deve essere un atto tecnico di alta precisione. Non è una sede per riesaminare l’intero processo, ma per contestare vizi specifici della sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile non solo rende definitiva la condanna, ma comporta anche un ulteriore onere economico per il ricorrente. È quindi cruciale che i motivi di ricorso siano specifici, critici e focalizzati sui vizi di legittimità, evitando semplici riproposizioni di argomenti già sconfitti o mere interpretazioni alternative dei fatti.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte lo ha dichiarato inammissibile perché il motivo di ricorso era generico, non conteneva un’analisi critica delle argomentazioni della sentenza d’appello e si limitava a reiterare una doglianza già adeguatamente vagliata, proponendo una lettura alternativa delle prove senza dimostrare un vizio logico nella decisione impugnata.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle Ammende.
È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove del processo?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è rivalutare le prove (come farebbe un tribunale o una corte d’appello), ma verificare che la sentenza impugnata abbia applicato correttamente la legge e che la sua motivazione sia logica e non contraddittoria.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1353 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1353 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 23/11/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a TRINITAPOLI il 30/08/1967
avverso la sentenza del 28/10/2022 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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Motivi della decisione
Rilevato che l’imputato COGNOME NOME ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello di Bari, indicata in epigrafe, con la quale è stata parzialmente riformata, con ricleterminazione del trattamento sanzionatorio, la pronuncia emessa il 28 novembre 2019 dal Tribunale di Foggia, che lo ha condannato per il reato di cui all’art.73, comma 5, d.P.R. 9 ottobre 1990, n.309 commesso in Trinitapoli il 9 settembre 2019 con recidiva;
considerato che il motivo di censura (vizio di motivazione su destinazione allo spaccio) non è scandito da necessaria analisi critica delle argomentazioni poste a base della decisione impugnata (sul contenuto essenziale dell’atto d’impugnazione, in motivazione, Sez. 6 n. 8700 del 21/1/2013, Rv. 254584; Sez. U, n. 8825 del 27/10/2016, dep. 2017, COGNOME, Rv. 268822, sui motivi d’appello, ma i cui principi possono applicarsi anche al ricorso per cassazione);
ritenuto che la censura, che propone una lettura alternativa della prova indiziaria non illogicamente valutata ai fogli 5-6 della sentenza, è meramente reiterativa di doglianza già adeguatamente vagliata;
considerato che alla inammissibilità segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende, non ravvisandosi ragioni di esonero (Corte cost. n. 186/2000);
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle Ammende.
Così deciso il 23 novembre 2023
Il
Il Presidente