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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. La decisione si fonda sul fatto che l’appello era una semplice ripetizione di critiche già valutate e respinte nei gradi di merito, e tentava una rivalutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti del giudizio di legittimità

Quando un ricorso arriva in Corte di Cassazione, non sempre viene esaminato nel merito. Esistono dei precisi paletti procedurali che, se non rispettati, portano a una declaratoria di ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, ribadendo che il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito dove rivalutare i fatti già accertati.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Bari, ha proposto ricorso per Cassazione. Le sue doglianze si concentravano su vari aspetti della sentenza di secondo grado, tra cui la valutazione delle prove, la determinazione della pena e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Suprema Corte di riesaminare criticamente le conclusioni a cui erano giunti i giudici dei precedenti gradi di giudizio.

La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La Corte non è entrata nel vivo delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità. Questa decisione comporta, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della pronuncia risiede nelle motivazioni che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. La Corte ha spiegato che le censure proposte dal ricorrente non erano altro che una mera reiterazione di critiche e rilievi già ampiamente esaminati e motivatamente respinti dai giudici di merito.
Inoltre, il ricorso mirava a sollecitare ‘verifiche in fatto’, ovvero una nuova e diversa valutazione delle prove e delle circostanze del caso. Questo tipo di attività è precluso in sede di legittimità, dove il ruolo della Cassazione è limitato al controllo della corretta applicazione della legge e della logicità della motivazione, senza poter sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito.
I giudici hanno sottolineato come le argomentazioni della Corte d’Appello fossero giuridicamente corrette, puntuali, coerenti e prive di manifeste incongruenze logiche. Di conseguenza, il giudizio di merito, sia sulla responsabilità che sulla pena, non era censurabile in quella sede.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione non è un ‘terzo giudice’ dei fatti. Un ricorso inammissibile è la sanzione processuale per chi tenta di utilizzare il giudizio di legittimità come un’ulteriore opportunità per discutere il merito della causa. Per avere successo in Cassazione, è necessario formulare censure specifiche sulla violazione di legge o su vizi logici evidenti e decisivi della motivazione, non limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già disattese o a chiedere una diversa interpretazione delle prove.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando non rispetta i requisiti di legge, ad esempio se si limita a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte nei gradi precedenti o se chiede alla Corte una nuova valutazione dei fatti, attività non consentita in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso fissata in 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione è giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, ma non può procedere a una nuova e autonoma valutazione dei fatti e delle prove.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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