LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna per tentata truffa. La decisione si fonda sulla natura ripetitiva dei motivi di appello, che non costituiscono una critica specifica alla sentenza impugnata. Viene inoltre confermato il diniego delle attenuanti generiche, poiché la motivazione del giudice di merito è ritenuta sufficiente se indica gli elementi decisivi. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione affronta un ricorso inammissibile, delineando i requisiti di specificità che un’impugnazione deve possedere per essere esaminata nel merito. Il caso riguarda un appello contro una sentenza della Corte d’Appello di Firenze per il reato di tentata truffa. Analizziamo insieme i motivi che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità.

I Fatti del Caso e la Decisione della Corte d’Appello

Un individuo, condannato per tentata truffa, presentava ricorso in Cassazione dopo che la Corte d’Appello aveva confermato la sua responsabilità penale. Il ricorso si basava su tre motivi principali: l’erronea applicazione della legge penale, l’insussistenza della partecipazione concorsuale e la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

L’Appello e i Motivi del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso, rigettandoli tutti e dichiarando l’appello inammissibile. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale che meritano un’attenta analisi.

Motivi Apparenti e Ripetitivi

I primi due motivi di ricorso sono stati giudicati inammissibili perché considerati una ‘pedissequa reiterazione’ di argomenti già sollevati e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato che un ricorso, per essere ammissibile, deve svolgere una funzione di critica argomentata avverso la sentenza impugnata. La semplice riproposizione delle stesse doglianze, senza confrontarsi specificamente con le motivazioni del giudice precedente, rende i motivi non specifici, ma solo apparenti.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il terzo motivo, relativo alla mancata concessione delle attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: nel motivare il diniego delle attenuanti, il giudice di merito non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi per la sua valutazione, dimostrando così che tutti gli altri sono stati implicitamente superati. Nel caso di specie, la motivazione della Corte d’Appello è stata considerata esente da illogicità.

Le Motivazioni della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La decisione della Cassazione si basa su una logica procedurale rigorosa. L’inammissibilità deriva dalla violazione del principio di specificità dei motivi di ricorso. L’atto di impugnazione non può essere un mero copia-incolla di precedenti difese, ma deve contenere una critica mirata e ragionata delle argomentazioni giuridiche e logiche della sentenza che si intende contestare. In assenza di questo confronto critico, il ricorso perde la sua funzione e non può essere esaminato.

Per quanto riguarda le attenuanti generiche, la Corte ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata (tra cui le sentenze n. 23903/2020 e n. 1913/2019), confermando che la valutazione del giudice di merito è ampiamente discrezionale e la sua motivazione, se logicamente coerente e focalizzata sugli elementi ritenuti rilevanti, non è censurabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza serve come un importante monito per la pratica legale. Per redigere un ricorso in Cassazione efficace, è essenziale evitare la semplice ripetizione di argomenti già respinti. È necessario, invece, analizzare a fondo la sentenza impugnata, individuarne le eventuali falle logiche o giuridiche e costruire una critica specifica e puntuale. In caso contrario, il rischio concreto è una dichiarazione di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con un’ammenda di tremila euro.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono una mera e pedissequa reiterazione di quelli già esaminati e respinti nel precedente grado di giudizio, senza offrire una specifica e argomentata critica alla decisione impugnata.

Il giudice deve considerare tutti gli elementi a favore dell’imputato per concedere le attenuanti generiche?
No, secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, non è necessario. È sufficiente che il giudice, nel motivare il diniego, faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi, anche se ciò significa superare implicitamente altri elementi favorevoli.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La conseguenza principale è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte nella sua ordinanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati