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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per ricettazione. La decisione si fonda sulla constatazione che i motivi di appello erano mere ripetizioni di argomenti già respinti in secondo grado, privi di una critica specifica alla sentenza impugnata. L’ordinanza ribadisce che per la Cassazione è necessaria una critica argomentata e puntuale, non una generica doglianza, sia in merito alla responsabilità, sia per le attenuanti generiche e la commisurazione della pena.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e l’Obbligo di Critica Specifica

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede un’attenzione particolare ai requisiti di forma e sostanza. Un errore comune, che porta a una declaratoria di ricorso inammissibile, è quello di riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte nei gradi di merito, senza una critica specifica e puntuale della decisione impugnata. Un’ordinanza recente della Suprema Corte offre un chiaro esempio di questa dinamica, delineando i confini del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso analizzato riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per il reato di ricettazione, previsto dall’art. 648 del codice penale. L’imputato, non rassegnandosi alla condanna, ha proposto ricorso per Cassazione affidandosi a tre distinti motivi:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione riguardo all’elemento soggettivo del reato, sostenendo l’insussistenza della consapevolezza della provenienza delittuosa del bene.
2. Mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.
3. Eccessività della pena inflitta.

La Corte di Appello aveva già esaminato e respinto tali argomentazioni, fornendo una motivazione dettagliata. L’imputato, tuttavia, ha riproposto le medesime censure dinanzi alla Suprema Corte.

La Decisione della Corte: Un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si basa su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità, che meritano di essere analizzati singolarmente.

La Reiterazione dei Motivi di Appello

Il primo motivo, relativo all’elemento soggettivo, è stato giudicato inammissibile perché non si confrontava realmente con le ragioni della sentenza impugnata. La Corte ha sottolineato che il ricorso si limitava a reiterare le argomentazioni già esposte in appello, senza sviluppare una critica concreta e specifica contro la motivazione della Corte territoriale. Quest’ultima, secondo la Cassazione, aveva logicamente e giuridicamente indicato gli elementi da cui emergeva la piena consapevolezza dell’imputato. Un ricorso che non assolve alla funzione di critica argomentata è, per legge, inammissibile.

La Valutazione su Attenuanti e Pena

Anche il secondo e il terzo motivo hanno subito la stessa sorte. La Corte ha ritenuto ‘manifestamente infondato’ il motivo sulle attenuanti generiche, ricordando che il giudice di merito non è tenuto a esaminare analiticamente ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che la sua decisione si basi sugli elementi ritenuti decisivi. Allo stesso modo, il giudizio sulla pena è stato considerato insindacabile in sede di legittimità, poiché congruamente motivato in aderenza ai canoni degli artt. 132 e 133 del codice penale.

Le Motivazioni e le Conclusioni

Le motivazioni alla base di questa ordinanza sono chiare: il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito. Il suo scopo non è rivalutare i fatti, ma controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso, per essere ammissibile, deve quindi superare la semplice riproposizione di doglianze e trasformarsi in una critica mirata, capace di evidenziare specifiche violazioni di legge o vizi logici manifesti nel ragionamento del giudice precedente. Le conclusioni che si possono trarre sono di natura eminentemente pratica: la redazione di un ricorso per Cassazione è un’attività tecnica che richiede precisione e specificità. L’omissione di un confronto puntuale con la decisione impugnata espone inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente spreco di tempo e risorse e la cristallizzazione della condanna.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando manca dei requisiti richiesti dalla legge, come la specificità dei motivi. Come evidenziato nell’ordinanza, la semplice riproposizione di argomenti già esaminati e respinti, senza una critica puntuale alla motivazione della sentenza impugnata, non costituisce un motivo valido.

Il giudice deve considerare ogni singolo elemento a favore dell’imputato per concedere le attenuanti generiche?
No. Secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, citata nel provvedimento, non è necessario che il giudice di merito prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi per la sua valutazione, poiché tutti gli altri si intendono implicitamente superati.

La Corte di Cassazione può modificare la quantità della pena decisa nei gradi precedenti?
Di norma, no. Il sindacato della Corte di Cassazione sulla pena è limitato alla verifica della legalità e della logicità della motivazione. Se la pena è stata determinata in modo conforme ai principi degli artt. 132 e 133 c.p. e con una motivazione non manifestamente illogica, la Corte non può intervenire per ridurla o aumentarla, in quanto non si tratta di un giudizio di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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