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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello, poiché i motivi erano una mera riproposizione di censure già respinte. L’ordinanza sottolinea che la correttezza giuridica e logica della decisione impugnata, specialmente riguardo alla valutazione della recidiva e all’equivalenza delle circostanze, rende l’appello non meritevole di esame nel merito, con conseguente condanna del ricorrente alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Motivi del Rigetto

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una terza istanza per ridiscutere i fatti. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce con fermezza i confini del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile perché meramente ripetitivo di argomenti già esaminati. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio i requisiti di un appello efficace.

I Fatti del Caso: Un Appello Contro una Condanna per Evasione

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato. L’appello alla Corte di Cassazione mirava a contestare la valutazione dei giudici di merito sia sugli elementi costitutivi del reato di evasione, sia sul bilanciamento tra le circostanze aggravanti e quelle attenuanti (le cosiddette ‘generiche’).

L’imputato, attraverso i suoi difensori, ha cercato di rimettere in discussione l’intero impianto accusatorio e la pena inflitta, riproponendo le stesse doglianze già sollevate e respinte nei gradi di giudizio precedenti.

La Decisione della Corte: Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione ha comportato non solo la conferma definitiva della sentenza di condanna, ma anche, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati della procedura penale. Le motivazioni possono essere riassunte in tre punti chiave.

1. Mera Riproduzione dei Motivi d’Appello

Il motivo principale dell’inammissibilità risiede nel fatto che il ricorso era ‘meramente riproduttivo’. In altre parole, non sollevava vizi di legittimità specifici (come un’errata interpretazione della legge o un vizio logico manifesto nella motivazione della sentenza), ma si limitava a ripresentare le stesse argomentazioni già adeguatamente vagliate e respinte dai giudici di merito. La Cassazione non è un ‘terzo grado’ dove si può chiedere una nuova valutazione dei fatti; il suo compito è verificare la corretta applicazione del diritto.

2. Correttezza Giuridica e Logica della Sentenza Impugnata

I giudici di legittimità hanno ritenuto che la sentenza della Corte d’Appello fosse giuridicamente corretta, puntuale nel rispondere alle obiezioni difensive, coerente con le prove raccolte e priva di ‘manifeste incongruenze logiche’. Quando una decisione di merito è così ben argomentata, non è censurabile in sede di legittimità.

3. La Recidiva e il Bilanciamento delle Circostanze

Un punto specifico toccato dall’ordinanza riguarda il bilanciamento delle circostanze. La Corte ha confermato che la sentenza impugnata aveva correttamente applicato l’articolo 69 del codice penale. La presenza di una recidiva qualificata a carico dell’imputato impediva un giudizio di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche. Questa valutazione, secondo la Cassazione, non solo era ben argomentata, ma imposta dalla natura stessa della recidiva contestata, rendendo infondata la doglianza del ricorrente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche dell’Ordinanza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: un ricorso per cassazione deve essere tecnico e mirato. Non può essere un tentativo di ottenere un nuovo giudizio sui fatti. Per avere successo, è necessario individuare e argomentare specifici errori di diritto o vizi logici gravi nella sentenza impugnata. Proporre un ricorso inammissibile, basato sulla semplice riproposizione di argomenti già respinti, non solo è inutile ai fini del processo, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche significative, come la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando non prospetta validi motivi di legittimità, ma si limita a riproporre argomentazioni già adeguatamente valutate e respinte dai giudici di merito, senza evidenziare specifici errori di diritto o vizi logici della sentenza.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.

In che modo la recidiva ha influenzato la decisione in questo caso?
La Corte ha confermato la correttezza della decisione di merito nel ritenere che la recidiva qualificata dell’imputato impedisse, ai sensi dell’art. 69 c.p., un giudizio di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche, influenzando così la determinazione finale della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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