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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per furto aggravato. La decisione si fonda sul fatto che il ricorso si limitava a riproporre le stesse censure già respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Tale vizio procedurale ha comportato la conferma della condanna e l’imposizione di una sanzione pecuniaria, evidenziando l’importanza di formulare un ricorso con motivi specifici e pertinenti.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Perché la Cassazione Respinge un Appello Generico

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale in cui si contesta la legittimità di una sentenza. Tuttavia, non basta semplicemente dissentire dalla decisione precedente. Un ricorso inammissibile è un errore procedurale grave che ne impedisce l’esame nel merito, con conseguenze significative per l’imputato. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la generica riproposizione dei motivi di appello conduca inevitabilmente a questa conclusione.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal G.U.P. del Tribunale di Vercelli e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Torino. L’imputata era stata ritenuta colpevole dei reati di concorso in furto in abitazione, furto aggravato e indebito utilizzo di carte di pagamento, con una pena di due anni di reclusione e 440 euro di multa. Non accettando la conferma della condanna, la difesa ha deciso di presentare ricorso alla Suprema Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorso dell’imputata si basava su due argomenti principali:

1. Violazione delle norme sulla valutazione della prova (art. 192, comma 2, c.p.p.): La difesa sosteneva che la motivazione della sentenza d’appello fosse contraddittoria e illogica nel punto in cui riconosceva la responsabilità penale dell’imputata.
2. Mancata concessione di un’attenuante: Si lamentava una violazione di legge per non aver concesso la circostanza attenuante prevista dall’art. 62 n. 6 del codice penale, relativa all’avvenuta riparazione del danno.

La Decisione della Corte: La Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate (la colpevolezza dell’imputata o il diritto all’attenuante), ma si ferma a un livello precedente, quello dei requisiti formali e sostanziali dell’atto di impugnazione. La Corte ha stabilito che i motivi presentati non erano idonei a essere discussi in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La motivazione della Suprema Corte è netta e si basa su un principio consolidato nella giurisprudenza. Il ricorso inammissibile è tale perché i motivi presentati non erano una critica argomentata e specifica alla sentenza della Corte d’Appello, ma una mera e semplice riproposizione delle stesse doglianze già sollevate (e respinte) nel precedente grado di giudizio.

La funzione tipica di un’impugnazione, spiegano i giudici, è quella di realizzare un confronto puntuale con le argomentazioni del provvedimento che si contesta. L’appellante deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il proprio dissenso rispetto a quel provvedimento. Se il ricorso si limita a ripetere le argomentazioni precedenti, senza affrontare e smontare la logica della sentenza impugnata, viene meno la sua stessa funzione. In pratica, l’atto diventa una critica generica e non una contestazione mirata, requisito essenziale per un valido ricorso in Cassazione. La Corte sottolinea come questo vizio renda l’atto destinato all’inammissibilità fin dall’inizio, poiché manca della sua unica funzione: la critica argomentata al provvedimento.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile

Le implicazioni di una dichiarazione di inammissibilità sono severe. In primo luogo, la condanna inflitta dalla Corte d’Appello diventa definitiva. In secondo luogo, come previsto dalla legge, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali. Infine, la Corte ha imposto il pagamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Questo caso serve da monito: la redazione di un ricorso per cassazione richiede un’analisi critica e approfondita della sentenza di secondo grado. Non è sufficiente essere in disaccordo; è indispensabile dimostrare, con argomenti giuridici specifici, perché la motivazione di quella sentenza sia errata. La semplice reiterazione di motivi già respinti non solo è inutile, ma è anche controproducente, portando alla conferma della condanna e a ulteriori sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel giudizio d’appello, senza confrontarsi criticamente e specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata.

Qual è la funzione essenziale di un atto di impugnazione secondo la Corte?
La funzione essenziale è quella di realizzare una critica argomentata del provvedimento che si contesta. L’atto deve contenere un confronto puntuale con le argomentazioni del giudice precedente, indicando le specifiche ragioni di diritto e di fatto che ne dimostrerebbero l’erroneità.

Quali sono le conseguenze economiche per la ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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