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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, ribadendo che non è possibile richiedere una nuova valutazione dei fatti in sede di legittimità. L’ordinanza chiarisce che il ricorso è stato respinto poiché si limitava a riproporre censure già esaminate e disattese nei gradi di merito, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Limiti dell’Impugnazione

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sul funzionamento del sistema giudiziario italiano, in particolare sui confini del giudizio davanti alla Corte di Cassazione. Comprendere perché un ricorso viene dichiarato inammissibile è fondamentale per capire la differenza tra un giudizio di merito e uno di legittimità. Il caso analizzato dalla Suprema Corte riguarda un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Firenze, ritenuto non meritevole di essere esaminato nel merito.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Firenze, ha proposto ricorso per Cassazione contestando la decisione. Le sue critiche, o doglianze, si concentravano su due aspetti principali: la valutazione delle prove che avevano portato alla sua condanna per diversi capi d’imputazione e la qualificazione giuridica di alcuni reati, in particolare la contestazione di una specifica aggravante prevista dalla legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 5, D.P.R. 309/90).

In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Corte di Cassazione di riesaminare gli elementi di prova e di giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici di merito, sostenendo che le sue argomentazioni difensive non erano state adeguatamente considerate.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si ferma a un livello precedente: valuta se il ricorso stesso abbia i requisiti per essere giudicato. In questo caso, la risposta è stata negativa.

La Corte ha stabilito che i motivi presentati dall’imputato non erano ammissibili in ‘sede di legittimità’. Il ricorrente, infatti, non ha sollevato questioni sulla corretta applicazione della legge, ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, un’operazione che è di esclusiva competenza dei giudici di primo e secondo grado (Tribunale e Corte d’Appello).

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Suprema Corte sono chiare e didattiche. I giudici hanno spiegato che il ricorso è inammissibile perché:

1. Manca un Confronto Critico: Il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse censure già presentate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza confrontarsi specificamente e criticamente con le argomentazioni contenute nella sentenza della Corte d’Appello.
2. Si Contesta il Merito: Le critiche sulla valutazione probatoria e sulla ricostruzione dei fatti costituiscono un tentativo di sollecitare una nuova analisi del merito della vicenda, attività preclusa alla Corte di Cassazione.
3. La Sentenza Impugnata è Logica e Coerente: I giudici di legittimità hanno riscontrato che la decisione della Corte d’Appello era ben motivata, puntuale, coerente con le prove raccolte e priva di ‘manifeste incongruenze logiche’. Pertanto, non vi erano i presupposti per un annullamento.

Le conseguenze di questa decisione, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, sono state la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 Euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria volta a disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: la Corte di Cassazione non è un ‘terzo grado di giudizio’ dove si può ridiscutere l’intera vicenda. Il suo compito è quello di garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole processuali. Un ricorso, per avere successo, deve evidenziare specifici errori di diritto o vizi logici macroscopici nella motivazione della sentenza impugnata, non limitarsi a proporre una diversa lettura delle prove. La decisione serve da monito: un’impugnazione deve essere fondata su solidi motivi giuridici per non incorrere in una declaratoria di ricorso inammissibile e nelle relative sanzioni economiche.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché il ricorso non rispetta i requisiti previsti dalla legge. Ad esempio, quando i motivi proposti non sono consentiti in sede di legittimità, come la richiesta di una nuova valutazione delle prove.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, non di ricostruire nuovamente i fatti del caso.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale, la persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 Euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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