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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché si limitava a ripetere i motivi d’appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata per spaccio. La Corte ha confermato la condanna, respingendo l’ipotesi di reato lieve.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: perché la mera ripetizione dei motivi d’appello non basta

Presentare un ricorso in Cassazione richiede tecnica e precisione. Non è sufficiente riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di merito. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’impugnazione deve consistere in una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, altrimenti si incorre in un ricorso inammissibile. Questo caso offre uno spunto pratico per comprendere la differenza tra un’impugnazione efficace e una destinata al fallimento.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, previsto dall’articolo 73, comma 1, del d.P.R. 309/1990. L’imputato era stato condannato in primo grado dal GUP del Tribunale di Torino a una pena di 8 mesi di reclusione e 3.000 euro di multa. La Corte d’Appello di Torino, successivamente, confermava integralmente la sentenza di primo grado.

La difesa aveva richiesto l’applicazione della fattispecie di lieve entità, disciplinata dal comma 5 dello stesso articolo 73, che prevede pene sensibilmente inferiori. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva respinto tale richiesta, valorizzando elementi come il notevole quantitativo di sostanza sequestrata (da cui si potevano ricavare oltre 1000 dosi), il comportamento dell’imputato al momento del controllo e il rinvenimento di una somma di denaro contante.

Il Ricorso per Cassazione e il Vizio di Genericità

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione lamentando un vizio di motivazione proprio in relazione alla mancata applicazione dell’ipotesi di reato lieve. Il nocciolo della questione, però, non risiede nel merito della richiesta, ma nel modo in cui è stata presentata.

La Corte Suprema ha rilevato che il motivo di ricorso non era altro che una ‘pedissequa reiterazione’ delle censure già formulate nell’atto di appello e puntualmente respinte dalla Corte territoriale. In altre parole, l’atto di impugnazione si limitava a ripetere le stesse doglianze, senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni contenute nella sentenza di secondo grado.

Il Principio del Ricorso Inammissibile per Genericità

La funzione tipica di un’impugnazione è quella di muovere una critica argomentata al provvedimento che si intende contestare. Secondo gli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale, i motivi di ricorso devono indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta. Questo impone un confronto puntuale con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziando dove e perché il giudice avrebbe sbagliato.

Se il ricorso si limita a riprodurre i motivi d’appello, ignora di fatto il provvedimento che sta formalmente attaccando. Viene meno la sua unica funzione, quella critica, rendendolo di conseguenza un ricorso inammissibile per genericità.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, nel dichiarare l’inammissibilità, ha sottolineato come la sentenza d’appello avesse fornito una chiara motivazione per escludere la lieve entità del fatto, basandosi su una valutazione globale degli elementi a disposizione. Il ricorso, non confrontandosi con questa motivazione, era da considerarsi non specifico, ma solo apparente.

La Corte ha quindi applicato il suo consolidato orientamento, secondo cui è inammissibile il ricorso per cassazione fondato su motivi che si risolvono nella mera ripetizione di quelli già dedotti in appello e motivatamente disattesi dal giudice di merito. Un simile atto processuale omette di assolvere la funzione di critica argomentata che gli è propria.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento è un monito importante per gli operatori del diritto. La redazione di un ricorso per cassazione non è un atto formale, ma un esercizio di critica giuridica che richiede un’analisi approfondita della sentenza impugnata. Limitarsi a ‘copiare e incollare’ i motivi d’appello è una strategia destinata all’insuccesso, che porta non solo al rigetto del ricorso ma anche alla condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie, con una condanna al pagamento di 3.000 euro.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere in modo pedissequo i motivi già presentati e respinti nel giudizio d’appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

Quali sono i requisiti essenziali per un ricorso in Cassazione valido?
Un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica argomentata avverso il provvedimento cui si riferisce. Deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono la richiesta, confrontandosi puntualmente con le argomentazioni della sentenza contestata.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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