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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo dichiara

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per reati di danneggiamento e frode. L’impugnazione è stata respinta perché basata su doglianze in punto di fatto, censure non consentite dalla legge (come quella sulla provvisionale) e motivi manifestamente infondati. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: Analisi di una Condanna Definitiva

Quando un imputato decide di impugnare una sentenza di condanna fino all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, deve attenersi a regole procedurali molto rigide. Un esempio emblematico è offerto da una recente ordinanza che ha dichiarato un ricorso inammissibile, confermando la condanna e addebitando ulteriori spese al ricorrente. Questo caso ci permette di esplorare i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze di una impugnazione non fondata su validi motivi di diritto.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una sentenza del Tribunale che condannava un individuo a due anni e quattro mesi di reclusione per reati legati a danneggiamento e frode assicurativa, commessi in continuazione. La Corte di Appello aveva successivamente confermato integralmente la condanna, riconoscendo anche il diritto al risarcimento del danno a favore delle parti civili, tra cui una compagnia di assicurazioni e una persona fisica, a cui era stata assegnata una provvisionale di 2.500 euro. L’imputato, non rassegnato, proponeva ricorso per Cassazione, sperando di ribaltare l’esito dei giudizi di merito.

I Motivi del Ricorso e le Ragioni dell’Inammissibilità

La difesa dell’imputato aveva articolato il ricorso su tre motivi principali:
1. Vizio di motivazione sulla responsabilità: si contestava la logicità delle argomentazioni con cui i giudici avevano affermato la colpevolezza.
2. Errata applicazione della legge sul trattamento sanzionatorio: si lamentava una pena ritenuta eccessiva.
3. Vizio di motivazione sulla condanna al risarcimento: si criticava la conferma del risarcimento e della provvisionale.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto tutti i motivi proposti non meritevoli di un esame nel merito, portando alla dichiarazione di ricorso inammissibile. Vediamo perché.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Inoltre, ha rigettato la richiesta di liquidazione delle spese legali avanzata dalla parte civile (la compagnia di assicurazioni) perché presentata in ritardo, oltre il termine di quindici giorni prima dell’udienza previsto dal Codice di procedura penale.

Le Motivazioni: un Ricorso Basato su Censure non Consentite

L’ordinanza spiega dettagliatamente perché il ricorso non poteva essere accolto. Il primo motivo, relativo alla responsabilità, è stato giudicato come una serie di ‘doglianze in punto di fatto’. La Cassazione non è un terzo grado di merito; non può rivalutare le prove o la ricostruzione dei fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Contestare la valutazione delle prove è un’operazione preclusa in sede di legittimità.

Il secondo motivo, sulla quantificazione della pena, è stato ritenuto ‘manifestamente infondato’, poiché la Corte d’Appello aveva adeguatamente spiegato i criteri seguiti, in linea con l’art. 133 del Codice Penale.

Infine, e di particolare interesse, è la motivazione sul terzo motivo. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il provvedimento con cui il giudice assegna una provvisionale alla parte civile non è impugnabile in Cassazione. Si tratta, infatti, di una statuizione di natura provvisoria, destinata a essere superata dalla successiva e definitiva liquidazione del danno in sede civile. Pertanto, ogni censura su questo punto è stata ritenuta inammissibile.

Le Conclusioni: le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza è un chiaro monito sull’importanza di fondare un ricorso per Cassazione esclusivamente su vizi di legittimità e non su contestazioni fattuali. Un ricorso inammissibile non solo rende definitiva la condanna, ma comporta anche significative conseguenze economiche per l’imputato, che si trova a dover sostenere sia le spese processuali sia una sanzione aggiuntiva. La decisione sottolinea inoltre il rigore delle scadenze procedurali, come dimostra il rigetto dell’istanza della parte civile per tardività, evidenziando che le regole del processo valgono per tutte le parti coinvolte.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte lo ha dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano costituiti da doglianze in punto di fatto (non riesaminabili in Cassazione), erano manifestamente infondati o riguardavano censure non consentite dalla legge, come l’impugnazione della condanna al pagamento di una provvisionale.

È possibile impugnare in Cassazione l’ordine di pagamento di una provvisionale alla parte civile?
No, la Corte ha ribadito che il provvedimento con cui viene assegnata una provvisionale non è impugnabile per cassazione, in quanto è una misura di natura provvisoria, destinata ad essere sostituita dalla liquidazione definitiva dell’integrale risarcimento del danno.

Cosa succede se la parte civile presenta le sue conclusioni in ritardo nel giudizio di Cassazione?
La richiesta di liquidazione delle spese legali viene respinta. Nel caso di specie, le conclusioni sono state trasmesse a mezzo p.e.c. oltre il termine di quindici giorni prima dell’udienza, come previsto dall’art. 611 cod. proc. pen., rendendo l’istanza tardiva e quindi inaccoglibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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