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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza della Corte d’Appello. I motivi, basati su presunta incapacità processuale e riesame delle prove, sono stati respinti. La Corte ha ribadito che non può rivalutare i fatti e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Ordinanza della Cassazione sui Limiti del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione affronti un ricorso inammissibile, delineando con precisione i confini del proprio operato come giudice di legittimità. Il caso riguarda l’impugnazione di una sentenza della Corte d’Appello, ma i motivi addotti dal ricorrente si scontrano con i principi fondamentali che regolano il processo penale di terzo grado. Analizziamo insieme i fatti, le motivazioni e le conseguenze di questa decisione.

I Fatti del Processo

Un individuo, condannato dalla Corte d’Appello per una condotta minacciosa tenuta al fine di opporsi a una contravvenzione stradale, decideva di presentare ricorso per Cassazione. La sua difesa si basava su due argomenti principali, che miravano a scardinare la decisione dei giudici di secondo grado.

I Motivi del Ricorso: Incapacità e Valutazione delle Prove

Il ricorso si articolava su due distinti motivi:

1. Presunta incapacità processuale: La difesa sosteneva che l’imputato non fosse in grado di partecipare coscientemente al processo. A supporto di questa tesi, venivano presentati documenti relativi a un trattamento penitenziario.
2. Errata valutazione del materiale probatorio: Il secondo motivo criticava il modo in cui la Corte d’Appello aveva analizzato e interpretato le prove, in particolare riguardo all’accertamento del reato e alla condotta dell’imputato.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 21273 del 2024, ha respinto entrambi i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza del ricorrente, ma si concentra sulla correttezza formale e sostanziale dei motivi di appello presentati. La Corte ha ritenuto che le argomentazioni della difesa non fossero idonee a essere esaminate in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato in modo dettagliato perché ciascun motivo fosse infondato.

Per quanto riguarda il primo motivo, relativo all’incapacità processuale, i giudici hanno osservato che la documentazione prodotta era ‘palesemente eccentrica’ rispetto all’assunto difensivo. In altre parole, le carte presentate non erano pertinenti né sufficienti a dimostrare che l’imputato non potesse partecipare consapevolmente al processo. La valutazione della Corte di merito, che aveva escluso tale incapacità, è stata quindi ritenuta logica e non affetta da vizi evidenti.

Sul secondo motivo, che contestava l’apprezzamento delle prove, la Cassazione ha ribadito un principio cardine del suo ruolo: non è un ‘terzo grado’ di giudizio. La valutazione del materiale probatorio è di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Poiché la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione ‘congrua e adeguata’ per giustificare la sua decisione sui fatti, la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella già effettuata. Tentare di farlo, come ha fatto il ricorrente, equivale a chiedere un riesame dei fatti, inammissibile in questa sede.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso non è priva di conseguenze. Come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte ha disposto il pagamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati. Questa ordinanza, pertanto, non solo conferma la condanna precedente ma aggiunge un ulteriore onere economico per il ricorrente, riaffermando la necessità di presentare impugnazioni fondate su vizi di legittimità e non su un mero dissenso rispetto alla valutazione dei fatti operata dai giudici di merito.

Per quali motivi principali la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il primo motivo, relativo a una presunta incapacità processuale, era basato su documentazione giudicata irrilevante. Il secondo motivo, invece, richiedeva un riesame delle prove, attività che esula dalle competenze della Corte di Cassazione, la quale può solo valutare la corretta applicazione della legge e non i fatti.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un caso?
No, la Corte di Cassazione, in quanto giudice di legittimità, non può riesaminare le prove o rivalutare i fatti del caso. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, senza sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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