LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13452/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per evasione. I motivi del ricorso, focalizzati sulla mancata concessione delle attenuanti generiche prevalenti sulla recidiva, sono stati giudicati una mera riproposizione di argomenti già respinti in appello e un tentativo di rimettere in discussione l’apprezzamento del giudice di merito, non consentito in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti del proprio giudizio

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema dei limiti del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile e chiarendo perché non può sostituirsi al giudice di merito nella valutazione del trattamento sanzionatorio. Il caso riguarda una condanna per il reato di evasione e un appello basato sulla richiesta di attenuanti generiche, già respinta nei gradi precedenti.

I Fatti del Caso: La Condanna per Evasione

Un soggetto, già condannato in primo grado per il reato di evasione ai sensi dell’art. 385 del codice penale, vedeva confermata la sua condanna anche dalla Corte d’Appello. La difesa dell’imputato decideva quindi di presentare ricorso per cassazione, non contestando la responsabilità per il reato, ma lamentando il trattamento sanzionatorio ricevuto, ritenuto eccessivamente severo.

I Motivi del Ricorso: Mancata Applicazione delle Attenuanti Generiche

Il nucleo centrale del ricorso inammissibile verteva sulla mancata applicazione delle circostanze attenuanti generiche con un giudizio di prevalenza sulla recidiva. La difesa sosteneva che l’ammissione di colpevolezza da parte dell’imputato avrebbe dovuto essere valutata positivamente dal giudice d’appello e portare a una riduzione della pena. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva già disatteso questa argomentazione, motivando la propria decisione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile poiché i motivi proposti non erano consentiti dalla legge in sede di legittimità. I giudici hanno sottolineato come le censure fossero meramente riproduttive di argomenti già esaminati e respinti con corretti argomenti giuridici dal giudice di secondo grado.

Il punto cruciale della decisione risiede nella netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. La valutazione del trattamento sanzionatorio, inclusa la concessione o meno delle attenuanti generiche e il bilanciamento con la recidiva, rientra nell’esclusivo apprezzamento del giudice di merito. Questo apprezzamento è sottratto al sindacato della Cassazione, a meno che la motivazione della sentenza impugnata non sia palesemente illogica, contraddittoria o del tutto assente.

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che la motivazione della Corte d’Appello era ‘esauriente e logica’. La richiesta di prevalenza delle attenuanti era stata ancorata a un dato, l’ammissione dell’addebito, ritenuto ‘non significativo’ in quanto il fatto era già stato ampiamente accertato. Di conseguenza, il tentativo di ottenere una nuova valutazione di questo aspetto in Cassazione si configurava come una richiesta di riesame del merito, inammissibile per sua natura.

Conclusioni: I Confini Invalicabili del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza in commento ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge. Pertanto, un ricorso che si limiti a riproporre le stesse doglianze già respinte, senza evidenziare vizi di legittimità (come un errore di diritto o un difetto grave di motivazione), è destinato a essere dichiarato inammissibile. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, a conferma della definitività della sentenza di condanna.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché riproponeva motivi di censura già respinti dalla Corte d’Appello con argomentazioni corrette e perché tentava di ottenere un nuovo esame del merito su questioni, come la valutazione del trattamento sanzionatorio, che sono di esclusiva competenza del giudice dei gradi precedenti.

La Corte di Cassazione può rivedere la decisione sulla concessione delle attenuanti generiche?
No, la valutazione sulla concessione delle circostanze attenuanti generiche e sul loro bilanciamento con altre circostanze (come la recidiva) è rimessa all’esclusivo apprezzamento del giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione di tale decisione è manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente, ma non per sostituire la propria valutazione a quella del giudice precedente.

Per quale motivo l’ammissione di colpevolezza non è stata considerata sufficiente per ottenere le attenuanti?
L’ammissione di colpevolezza non è stata ritenuta un elemento significativo ai fini della concessione delle attenuanti perché la responsabilità dell’imputato per il reato era già stata accertata in modo inequivocabile. La Corte d’Appello ha quindi legittimamente considerato tale ammissione non rilevante per una riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati