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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione conferma

Un individuo, condannato per reati legati agli stupefacenti, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché i motivi erano una mera ripetizione di argomenti già respinti correttamente in Appello. Di conseguenza, la condanna è stata confermata e il ricorrente è stato obbligato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

Quando una sentenza di condanna viene confermata in Appello, l’ultima via percorribile è il ricorso alla Corte di Cassazione. Tuttavia, non tutti i ricorsi vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, spiegando perché certi motivi di appello non possono essere accolti e quali sono le conseguenze per chi li propone. Questo caso evidenzia la differenza cruciale tra un giudizio di merito e uno di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso in esame riguarda un individuo condannato sia in primo grado sia in appello per un reato previsto dall’art. 73 del d.P.R. 309/1990, una norma che disciplina i reati in materia di stupefacenti. Non rassegnato alla decisione della Corte d’Appello di Ancona, l’imputato ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della condanna.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 46945/2024, ha messo fine al percorso giudiziario dell’imputato dichiarando il suo ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza, ma si ferma a un livello precedente: l’analisi dei requisiti del ricorso stesso. La Corte ha stabilito che i motivi presentati non erano idonei a essere discussi in quella sede, confermando di fatto la sentenza di condanna e rendendola definitiva.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali che caratterizzano il giudizio di legittimità.

Ripetitività dei Motivi e Limiti del Giudizio di Cassazione

Il primo punto cruciale è che i motivi di ricorso non erano originali. L’imputato, infatti, si è limitato a riproporre le stesse censure e argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di secondo grado avevano già fornito una motivazione giuridicamente corretta e logica per rigettare tali punti, sia per quanto riguarda la qualificazione giuridica del reato sia per l’accertamento della responsabilità. La Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono semplicemente ripresentare le stesse argomentazioni nella speranza di un esito diverso. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare i fatti.

Apprezzamento di Merito e Trattamento Punitivo

Il secondo aspetto riguarda la natura di alcune doglianze. Ulteriori motivi del ricorso toccavano elementi come il trattamento punitivo, ovvero la quantificazione della pena. Queste valutazioni rientrano nell’esclusivo apprezzamento del giudice di merito (il Tribunale e la Corte d’Appello). La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione della sentenza impugnata è manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente. Nel caso di specie, i giudici di Cassazione hanno constatato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione “esauriente e logica”, rendendo così ogni censura su questo punto inammissibile.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile

La dichiarazione di ricorso inammissibile ha conseguenze pratiche molto pesanti per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna diventa irrevocabile e definitiva. In secondo luogo, il ricorrente viene condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma, in questo caso fissata in 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: il ricorso in Cassazione è uno strumento serio, che deve essere fondato su vizi di legittimità concreti e non sulla semplice riproposizione di argomenti già vagliati e respinti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice riproduzione di censure già respinte dalla Corte d’Appello con argomentazioni corrette, e perché toccavano aspetti di merito (come il trattamento punitivo) non valutabili in sede di legittimità.

Cosa significa che la Corte di Cassazione è un ‘giudice di legittimità’?
Significa che la Corte non riesamina i fatti del processo come un terzo grado di giudizio, ma si limita a controllare che i giudici precedenti (Tribunale e Corte d’Appello) abbiano applicato correttamente le norme di legge e che la loro motivazione sia logica e completa.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La sua condanna è diventata definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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