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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano relativa a due reati di truffa. La Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata fosse implicitamente sufficiente, data l’identità delle modalità dei reati. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Infondato

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma cosa succede quando l’impugnazione non ha i presupposti per essere accolta? Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze di un ricorso inammissibile, condannando il ricorrente a significative sanzioni economiche. Questo caso offre uno spunto fondamentale sull’importanza di fondare le proprie doglianze su basi giuridiche solide.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Milano per due episodi di truffa, decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’oggetto del contendere era una sentenza emessa il 14 gennaio 2025 che confermava la sua colpevolezza. Il ricorrente, tramite i suoi legali, ha cercato di far valere le proprie ragioni dinanzi alla Suprema Corte, sperando in un annullamento della precedente decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 3 giugno 2025, ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione non si è limitata a confermare la sentenza impugnata, ma ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Una decisione che serve da monito sulle conseguenze di un’impugnazione non adeguatamente motivata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su un principio di logica e di economia processuale. Secondo i giudici supremi, la Corte d’Appello aveva, di fatto, già risposto alle obiezioni del ricorrente in modo implicito. Le due truffe per cui era stato condannato erano state ritenute del tutto identiche sia per le modalità di esecuzione sia per l’entità, pressoché simile, dell’ingiusto profitto ottenuto.

Questa sostanziale sovrapponibilità dei due reati rendeva superfluo un onere argomentativo specifico e dettagliato per ciascun episodio, poiché la motivazione fornita per uno era implicitamente valida anche per l’altro. La Suprema Corte ha quindi ritenuto che l’onere argomentativo fosse stato assolto e che il ricorso proposto mancasse di fondamento giuridico per essere esaminato nel merito, portando così alla dichiarazione di ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

La pronuncia in esame ribadisce un concetto cruciale: adire la Corte di Cassazione richiede motivi di ricorso specifici, pertinenti e fondati su vizi di legittimità della sentenza impugnata. Un’impugnazione generica o che ripropone questioni già implicitamente risolte nel merito non ha possibilità di successo. Le conseguenze, come dimostra questo caso, non sono solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori sanzioni pecuniarie che aggravano la posizione del ricorrente. È pertanto essenziale che l’assistenza legale valuti con estremo rigore i presupposti per un ricorso, per evitare di incorrere in una declaratoria di inammissibilità e nelle relative spese.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso penale inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

Una motivazione può essere considerata sufficiente anche se implicita?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’onere argomentativo della corte di merito può considerarsi assolto anche in modo implicito. Nel caso specifico, essendo i due reati di truffa identici per modalità e profitto, la motivazione fornita per uno era estendibile all’altro, rendendo il ricorso su questo punto infondato.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato a pagare sia le spese processuali sostenute per il giudizio di cassazione, sia una somma aggiuntiva di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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