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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono vaghi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20381/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per furto aggravato. La decisione si fonda sulla manifesta indeterminatezza e aspecificità dei motivi di ricorso, ritenuti astratti e non concretamente collegati alla motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza di Motivi Specifici

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sulla tecnica di redazione degli atti processuali. Un ricorso inammissibile non è solo un’opportunità mancata, ma comporta anche conseguenze economiche significative. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha ribadito un principio fondamentale: i motivi di ricorso devono essere specifici, concreti e direttamente collegati alla sentenza che si intende criticare. Vediamo nel dettaglio i fatti e le ragioni di questa pronuncia.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine da una condanna per il reato di furto aggravato, commesso in concorso e con l’uso di violenza sulle cose. La sentenza di primo grado era stata confermata dalla Corte di Appello di Palermo. Avverso quest’ultima decisione, la difesa dell’imputata proponeva ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo con cui lamentava un presunto vizio di motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha posto fine al percorso giudiziario dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito della colpevolezza o meno dell’imputata, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità dell’atto di impugnazione. La conseguenza diretta di tale declaratoria è stata la condanna della ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000,00 Euro alla Cassa delle Ammende.

Le motivazioni: perché il ricorso inammissibile è stato respinto

Il cuore della decisione risiede nella motivazione con cui la Corte ha giustificato l’inammissibilità. Il motivo di ricorso è stato giudicato affetto da “conclamata indeterminatezza”. In altre parole, le critiche mosse alla sentenza della Corte d’Appello erano del tutto astratte e generiche. La difesa si era limitata a enunciare principi teorici e a indicare i punti della sentenza impugnata, senza però sviluppare argomentazioni specifiche che si confrontassero concretamente con il ragionamento seguito dai giudici di secondo grado. Mancava, secondo la Cassazione, “qualsivoglia addentellato concreto alla motivazione della sentenza censurata”. Questo vizio rende il ricorso inammissibile perché impedisce alla Corte di comprendere quale sia la specifica censura mossa alla decisione e di valutarne la fondatezza.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

Questa ordinanza è un monito per ogni difensore. La redazione di un ricorso per cassazione richiede rigore e precisione. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso rispetto alla sentenza, ma è indispensabile articolare critiche puntuali, logiche e pertinenti, che demoliscano punto per punto il percorso argomentativo del giudice del merito. Sviluppare deduzioni astratte o scollegate dal caso specifico equivale a presentare un atto inefficace, destinato a una declaratoria di inammissibilità, con l’ulteriore aggravio di sanzioni economiche per l’assistito. La specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile a causa della sua “conclamata indeterminatezza”. I motivi presentati erano astratti, generici e privi di un collegamento concreto con la motivazione della sentenza d’appello impugnata.

Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle Ammende.

Cosa insegna questa ordinanza sulla redazione di un ricorso?
Questa decisione insegna che i motivi di un ricorso devono essere estremamente specifici e pertinenti. È necessario criticare in modo puntuale e argomentato la motivazione della sentenza che si contesta, evitando deduzioni astratte o generiche che non si confrontano direttamente con il ragionamento del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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