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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono reiterativi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per furto e danneggiamento. La decisione si fonda sul fatto che i motivi del ricorso erano meramente reiterativi di argomentazioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuovi elementi di fatto o di diritto. La Corte ha quindi confermato la condanna, sottolineando l’importanza di un confronto critico con la sentenza impugnata per l’ammissibilità del ricorso.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Reiterativi

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, non è sufficiente dissentire dalla decisione precedente; è fondamentale che i motivi siano specifici e critici verso la sentenza impugnata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché i motivi erano una semplice ripetizione di quanto già esaminato e respinto dalla Corte d’Appello. Questo caso offre uno spunto essenziale per comprendere i requisiti di ammissibilità di un’impugnazione nel nostro ordinamento.

I Fatti del Caso: Furto e Danneggiamento

Il ricorrente era stato condannato in primo grado per i reati di furto aggravato (artt. 624 e 625 c.p.) e danneggiamento (art. 635 c.p.), commessi nel novembre 2019. La Corte d’Appello di Roma, in parziale riforma, aveva escluso la recidiva e rideterminato la pena in nove mesi di reclusione e 200,00 euro di multa. Nonostante la riduzione di pena, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, contestando diversi aspetti della sentenza di secondo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Suprema Corte ha analizzato i tre motivi di ricorso presentati, ritenendoli tutti inammissibili. Vediamo nel dettaglio perché.

Primo Motivo: Responsabilità e Aggravante della Violenza sulle Cose

Il ricorrente contestava la sua responsabilità per il reato di danneggiamento e la configurabilità dell’aggravante della violenza sulle cose. La Corte ha ritenuto questo motivo un ricorso inammissibile in quanto si trattava di una censura già adeguatamente esaminata e respinta dalla Corte d’Appello. Il ricorrente, secondo i giudici, non ha contrapposto argomenti giuridici o fattuali nuovi, ma si è limitato a proporre una lettura alternativa delle prove, attività preclusa in sede di legittimità.

Secondo Motivo: Concorso di Reati o Assorbimento?

Il secondo motivo verteva sul mancato assorbimento del reato di danneggiamento in quello di furto. Anche in questo caso, la Cassazione ha ravvisato una mera riproposizione di una doglianza già disattesa. La Corte d’Appello aveva chiarito in modo logico e coerente che il danneggiamento aveva riguardato un’autovettura diversa rispetto a quella da cui era stato commesso il furto, giustificando così la sussistenza di due reati distinti e non di un’unica condotta.

Terzo Motivo: Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, il ricorrente lamentava la violazione di legge e il vizio di motivazione per il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. La Corte ha dichiarato anche questo motivo inammissibile, evidenziando come fosse stato formulato senza un reale confronto con le motivazioni della sentenza impugnata. I giudici di secondo grado avevano infatti giustificato il diniego sulla base di elementi concreti: una recente pendenza per un fatto analogo, per cui l’imputato era stato arrestato in flagranza, e l’assenza di elementi positivi che potessero giustificare una mitigazione della pena.

Le Motivazioni della Decisione

La ratio decidendi della Corte è chiara: un ricorso per Cassazione non può essere una semplice riedizione dei motivi d’appello. Per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata delle ragioni esposte nella sentenza che si intende impugnare. Quando i motivi sono generici o si limitano a ripetere argomenti già vagliati e motivatamente respinti, senza evidenziare vizi logici o giuridici nel ragionamento del giudice precedente, il ricorso è destinato all’inammissibilità. In questo caso, tutti e tre i motivi sono caduti in questa trappola processuale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato e serve da monito: la redazione di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi approfondita e critica della sentenza di secondo grado. L’esito di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro. Una lezione importante sull’importanza della tecnica processuale e sulla necessità di fondare le proprie impugnazioni su solidi argomenti di diritto.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, come nel caso di specie, i motivi proposti sono una mera ripetizione di censure già esaminate e respinte dalla Corte di Appello, senza un reale confronto critico con le motivazioni della sentenza impugnata.

Perché il reato di danneggiamento non è stato considerato parte del reato di furto?
La Corte ha specificato che il reato di danneggiamento aveva avuto ad oggetto un’autovettura diversa da quella all’interno della quale era avvenuto il furto. Pertanto, si trattava di due condotte distinte e non di un reato unico.

Quali elementi hanno impedito la concessione delle circostanze attenuanti generiche?
Il mancato riconoscimento delle attenuanti è stato giustificato dalla recente pendenza di un procedimento per un fatto analogo, per il quale l’imputato era stato arrestato in flagranza, e dall’assenza generale di elementi positivi da valutare ai fini di una mitigazione della sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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