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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono infondati

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per installazione di apparecchiature di intercettazione e danneggiamento di beni pubblici. La Corte ha ritenuto manifestamente infondati tutti i motivi di ricorso, inclusi quelli relativi alla mancata traduzione degli atti per un imputato che comprende l’italiano e alla procedibilità d’ufficio per il reato di danneggiamento.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di Motivi Manifestamente Infondati

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede rigore e argomentazioni giuridiche solide. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga trattato quando i suoi motivi sono ritenuti ‘manifestamente infondati’. Questo caso, relativo a reati di intercettazione illecita e danneggiamento di beni pubblici, sottolinea l’importanza di una difesa tecnica precisa e pertinente, pena la reiezione dell’appello e la condanna al pagamento di spese e sanzioni.

I Fatti del Processo

Il caso nasce da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello che confermava una condanna per i reati di installazione di apparecchiature atte a intercettare comunicazioni (art. 617-quinquies c.p.) e di danneggiamento aggravato (art. 635 c.p.), poiché commesso su beni destinati a uso pubblico. L’imputato, tramite il suo difensore, ha sollevato quattro distinti motivi di ricorso, sperando di ribaltare la decisione dei giudici di merito.

Analisi di un Ricorso Inammissibile e dei Suoi Motivi

La Corte di Cassazione ha esaminato e respinto tutti e quattro i motivi, qualificandoli come manifestamente infondati. Vediamoli nel dettaglio:

1. La Mancata Traduzione degli Atti

L’imputato lamentava la violazione del diritto di difesa per la mancata traduzione del decreto di citazione e della sentenza di primo grado in lingua serba. La Corte ha però verificato che, dagli atti processuali, emergeva chiaramente come l’imputato avesse una buona comprensione della lingua italiana. La presenza di un interprete durante il processo era stata necessaria solo per un altro co-imputato. Di conseguenza, questa doglianza è stata giudicata pretestuosa e infondata.

2. L’Errata Applicazione della Legge Penale

Il secondo motivo riguardava l’asserita abrogazione di una norma sulla semidetenzione a seguito della Riforma Cartabia. Anche in questo caso, i giudici hanno stabilito che, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, la norma in questione non era stata abrogata, rendendo il motivo privo di qualsiasi fondamento giuridico.

3. Il Vizio di Motivazione sul Trattamento Sanzionatorio

La difesa contestava la motivazione della sentenza riguardo alla pena inflitta. La Cassazione ha ricordato che il ricorso per vizio di motivazione è ammissibile solo in presenza di una mancanza totale, di una manifesta illogicità o di una contraddittorietà palese. Nel caso di specie, il giudice di merito aveva chiaramente esplicitato le ragioni della sua decisione, utilizzando argomenti giuridici corretti per affermare la responsabilità dell’imputato.

4. La Procedibilità del Reato di Danneggiamento

L’ultimo motivo sosteneva che la condanna per danneggiamento fosse illegittima. La difesa riteneva che il reato non fosse procedibile d’ufficio. La Corte ha smontato anche questa tesi, chiarendo che il reato contestato era procedibile d’ufficio in quanto commesso in danno di beni destinati a uso pubblico, una circostanza che esclude la necessità di una querela di parte.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Suprema Corte si fonda sul concetto di ‘manifesta infondatezza’. Ogni singolo motivo del ricorso è stato giudicato non solo errato, ma privo di quella plausibilità minima necessaria per avviare una discussione di merito. La Corte ha sottolineato come le censure proposte non fossero idonee a scalfire la logicità e la correttezza giuridica della sentenza impugnata. La valutazione si è basata su elementi fattuali chiari (la comprensione della lingua italiana da parte dell’imputato) e su principi di diritto consolidati (la non abrogazione della norma sulla semidetenzione e la procedibilità d’ufficio per il danneggiamento di beni pubblici). Questo approccio rigoroso serve a filtrare i ricorsi, evitando che la Corte venga oberata da questioni pretestuose o palesemente errate.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Quando i motivi presentati sono ‘manifestamente infondati’, il risultato è un ricorso inammissibile. Le implicazioni per il ricorrente sono significative: non solo la condanna diventa definitiva, ma si aggiunge anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito sull’importanza di fondare ogni impugnazione su argomentazioni giuridiche serie, pertinenti e ben documentate.

Quando un imputato straniero ha diritto alla traduzione degli atti processuali?
Un imputato straniero ha diritto alla traduzione solo se viene dimostrato che non comprende la lingua italiana. Se, come nel caso di specie, dagli atti risulta che l’imputato comprende la lingua, la mancata traduzione non costituisce una violazione del diritto di difesa.

Il reato di danneggiamento di beni destinati a uso pubblico richiede la querela della persona offesa?
No. La sentenza chiarisce che il reato di danneggiamento, quando commesso in danno di beni destinati a uso pubblico, è procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale può essere iniziata dal Pubblico Ministero senza la necessità di una querela da parte dell’ente proprietario del bene.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile perché i suoi motivi sono manifestamente infondati, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso palesemente privo di fondamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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