LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando i motivi sono infondati

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per false dichiarazioni. L’appello è stato respinto perché i motivi erano ripetitivi, manifestamente infondati e non affrontavano adeguatamente le argomentazioni della corte d’appello sul rischio di recidiva e sull’impossibilità di concedere nuove pene sostitutive.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di una Decisione della Cassazione

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una strada sempre percorribile. Un ricorso inammissibile è un esito che non solo pone fine alla vicenda processuale, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di quando e perché un ricorso viene respinto senza nemmeno entrare nel merito delle questioni.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un individuo condannato in primo grado e in appello per il reato di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale, previsto dall’art. 495 del codice penale. La Corte d’Appello di Roma, pur concedendo una circostanza attenuante, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. Contro questa decisione, la difesa ha presentato ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso e le Difese dell’Imputato

La difesa ha tentato di smontare la sentenza di condanna sostenendo:

1. Mancato proscioglimento per particolare tenuità del fatto: Secondo il ricorrente, il reato commesso era così lieve da non meritare una condanna, ai sensi dell’art. 131-bis c.p.
2. Mancato riconoscimento della sospensione condizionale della pena: La difesa contestava la decisione dei giudici di non concedere il beneficio della pena sospesa.
3. Mancato riconoscimento di una pena sostitutiva: Si lamentava il diniego della possibilità di sostituire la pena con lavori di pubblica utilità.

Inoltre, la difesa aveva depositato una memoria integrativa poco prima dell’udienza, un atto che però è stato giudicato tardivo e quindi non è stato preso in considerazione dalla Corte.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Le motivazioni fornite sono un vademecum su come non si deve impostare un ricorso in sede di legittimità.

Valutazione dei Primi Due Motivi: Tenuità del Fatto e Sospensione Condizionale

I primi due motivi sono stati giudicati manifestamente infondati e riproduttivi di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato che non è suo compito riesaminare i fatti, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. In questo caso:

Sulla tenuità del fatto: La Corte d’Appello aveva spiegato in modo logico perché l’offesa non era così lieve, data la duplice falsa dichiarazione resa dall’imputato.
Sulla sospensione condizionale: I giudici di merito avevano fornito una motivazione completa, evidenziando specifici indicatori che facevano ritenere concreto un rischio di recidiva.

Presentare gli stessi argomenti già respinti, senza individuare vizi logici o giuridici specifici nella sentenza d’appello, rende il ricorso inammissibile.

Analisi del Terzo Motivo: La Pena Sostitutiva

Anche il terzo motivo è stato bocciato. La Cassazione lo ha definito aspecifico, ovvero incapace di confrontarsi con le reali motivazioni della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva chiaramente spiegato che l’imputato non poteva accedere a una nuova pena sostitutiva perché:

1. Aveva già beneficiato in passato di una sostituzione della pena.
2. Il nuovo reato era stato commesso nel triennio successivo, un periodo che, secondo la legge (art. 59 della L. 689/1981), è ostativo alla concessione di un nuovo beneficio simile.

Il ricorso, ignorando questa precisa argomentazione giuridica e limitandosi a una generica lamentela, non ha adempiuto al suo onere di critica specifica e mirata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È un controllo di legittimità. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di motivi generici, ripetitivi o che non si confrontano puntualmente con la decisione impugnata. Oltre alla conferma della condanna, l’inammissibilità comporta per il ricorrente l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro. La decisione serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione tecnicamente precisi e giuridicamente fondati.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i suoi motivi erano considerati ripetitivi di argomenti già valutati, manifestamente infondati dal punto di vista legale, e aspecifici, in quanto non contestavano in modo mirato le precise ragioni giuridiche esposte nella sentenza della Corte d’Appello.

Perché all’imputato non è stata concessa la sospensione condizionale della pena?
La sospensione condizionale non è stata concessa perché i giudici di merito hanno fornito una motivazione completa in cui evidenziavano la presenza di indicatori che lasciavano ritenere sussistente un concreto rischio di recidiva, ovvero la possibilità che l’imputato potesse commettere nuovi reati.

Era possibile ottenere una pena sostitutiva come i lavori di pubblica utilità?
No, non era possibile. La Corte d’Appello aveva chiarito che l’imputato aveva già beneficiato in passato di una sostituzione della pena e il nuovo reato era stato commesso entro il triennio successivo. Questa circostanza, secondo la normativa di riferimento, impediva la concessione di una nuova sostituzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati