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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per minacce aggravate. I motivi sono stati giudicati una mera ripetizione di argomentazioni già respinte in appello e manifestamente infondati. La Corte ha confermato il diniego di benefici, come le attenuanti generiche, basandosi sulla personalità dell’imputato e su una prognosi sfavorevole circa la sua futura condotta, sottolineando l’assenza di resipiscenza.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza dei Motivi Specifici

Presentare un ricorso in Cassazione richiede tecnica e precisione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza; è necessario articolare critiche specifiche e fondate. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce che la semplice riproposizione di argomenti già bocciati in appello porta a una inevitabile dichiarazione di ricorso inammissibile. Questa ordinanza offre un’importante lezione sulla differenza tra un’impugnazione efficace e un tentativo destinato al fallimento.

I Fatti del Caso: Appello contro una Condanna per Minacce Aggravate

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di minaccia aggravata, ai sensi degli articoli 612 e 339 del codice penale. La Corte di Appello di Brescia aveva confermato la sentenza di primo grado. L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su due motivi principali: la presunta erronea applicazione di un’aggravante e il mancato riconoscimento di una serie di benefici, tra cui la non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.), le attenuanti generiche e l’esclusione della recidiva.

L’Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, giungendo a una conclusione netta: l’impugnazione era inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione rigorosa della specificità e fondatezza dei motivi addotti.

Il primo motivo, relativo alla sussistenza dell’aggravante, è stato liquidato come una ‘pedissequa reiterazione’ di argomenti già dedotti e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’imputato si è limitato a ripetere le stesse difese, senza formulare una critica argomentata e specifica contro le motivazioni della sentenza di secondo grado. Questo comportamento processuale, secondo la Corte, non assolve alla funzione tipica del ricorso, che deve essere una critica mirata e non una semplice riproposizione.

Anche il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato e generico. L’imputato lamentava il mancato riconoscimento di vari benefici, ma la Corte ha ritenuto che la decisione dei giudici di merito fosse esente da vizi logici.

Le Motivazioni: La Valutazione della Personalità dell’Imputato

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha confermato il rigetto delle richieste dell’imputato. I giudici di merito avevano negato le attenuanti generiche, il beneficio della non punibilità e altri vantaggi sulla base di una valutazione complessiva della personalità del soggetto. La Corte di Cassazione ha ritenuto tale valutazione logica e ineccepibile.

È emerso che l’imputato non aveva mostrato alcun ‘segnale di resipiscenza’ o di comprensione del disvalore della sua condotta. Il suo comportamento è stato ricondotto all’abuso di alcol e a un’indole violenta, desumibile anche da precedenti condanne penali. Su queste basi, il giudice ha espresso un giudizio di prognosi sfavorevole sulla possibilità che l’imputato potesse astenersi dal commettere nuovi reati in futuro. Questa valutazione, non limitandosi alla sola gravità del reato ma esaminando aspetti soggettivi e la capacità a delinquere, è stata considerata un giudizio di merito incensurabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni: Conseguenze della Dichiarazione di Inammissibilità

La dichiarazione di ricorso inammissibile ha comportato la conferma definitiva della condanna. L’imputato è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove ridiscutere i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Per superare il vaglio di ammissibilità, i motivi devono essere specifici, pertinenti e capaci di evidenziare un vizio concreto nella sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse difese.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile quando si limita a una ‘pedissequa reiterazione’ di motivi già presentati e respinti in appello, oppure quando i motivi sono generici e non individuano critiche specifiche alla logica della sentenza impugnata.

Perché la Corte ha negato le attenuanti generiche e altri benefici all’imputato?
La Corte ha confermato il diniego perché la decisione era basata su una valutazione logica della personalità dell’imputato, caratterizzata da assenza di pentimento (resipiscenza), indole violenta e precedenti penali, elementi che hanno portato a una prognosi sfavorevole sulla sua condotta futura.

Cosa significa che la valutazione del giudice di merito non scade nell’illogicità?
Significa che il ragionamento del giudice, pur essendo un giudizio di merito, è considerato valido e non criticabile in Cassazione se si basa su argomentazioni coerenti e complete, come l’analisi non solo della gravità del reato, ma anche degli aspetti soggettivi e della personalità dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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