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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che si limitavano a contestare la valutazione dei fatti e la credibilità della vittima, questioni non ammesse nel giudizio di legittimità. L’ordinanza sottolinea che un ricorso inammissibile porta al rigetto quando non solleva specifiche questioni di diritto, ma tenta di ottenere un nuovo esame del merito. È stata inoltre confermata la condanna al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: La Genericità dei Motivi Porta alla Condanna

Quando si arriva al terzo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, le regole del gioco cambiano. Non si discute più se i fatti siano andati in un modo o in un altro, ma solo se la legge sia stata applicata correttamente. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di cosa accade quando un ricorso non rispetta questi paletti, risultando in un ricorso inammissibile. Il caso riguarda un uomo condannato per truffa che ha visto la sua impugnazione respinta perché i motivi erano troppo generici e basati sui fatti.

Il Contesto Processuale

La vicenda giudiziaria inizia con una condanna per il reato di truffa (art. 640 c.p.) emessa in primo grado e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Bologna. I giudici di merito, sia in prima che in seconda istanza, avevano ritenuto provata la responsabilità penale dell’imputato sulla base di una pluralità di elementi, tra cui le dichiarazioni della persona offesa, considerate pienamente attendibili. Nonostante la cosiddetta “doppia conforme”, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a tre distinti motivi.

Le Ragioni del Ricorso Respinte dalla Corte

L’appellante ha cercato di smontare la sentenza di condanna lamentando principalmente tre aspetti:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Contestava la valutazione della sua responsabilità penale e l’attendibilità della vittima, chiedendo di fatto alla Cassazione una nuova valutazione delle prove.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si doleva del fatto che i giudici non avessero ridotto la pena riconoscendo le circostanze attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.).
3. Eccessività della pena: Riteneva la sanzione sproporzionata, in violazione dei criteri di determinazione della pena (art. 133 c.p.) e delle norme sul reato continuato (art. 81 c.p.).

Tuttavia, nessuno di questi motivi ha superato il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile con una motivazione netta e precisa, che ribadisce principi fondamentali del processo penale. Vediamo perché ogni motivo è stato respinto.

Il primo motivo è stato giudicato “aspecifico ed articolato esclusivamente in fatto”. La Cassazione non è un terzo grado di merito; non può rileggere le prove o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, a meno che la motivazione di questi ultimi non sia manifestamente illogica o contraddittoria. In questo caso, le sentenze di primo e secondo grado erano logiche, coerenti e ben argomentate (la cosiddetta “doppia conforme”), rendendo la doglianza dell’imputato un mero tentativo, non consentito, di ottenere una nuova analisi dei fatti.

Anche il secondo e il terzo motivo sono stati bollati come “generici”. Per quanto riguarda le attenuanti, la Corte ha sottolineato che i giudici di merito avevano correttamente giustificato il loro diniego sulla base di elementi concreti: la significativa capacità criminale dell’imputato, i suoi numerosi precedenti penali (anche specifici per lo stesso tipo di reato) e l’intensità del dolo. Il ricorrente, invece, non aveva fornito argomenti critici specifici contro questa motivazione.

Allo stesso modo, la lamentela sull’eccessività della pena è stata considerata una mera affermazione apodittica, priva di elementi a sostegno. I giudici avevano adeguatamente motivato sia la pena base sia gli aumenti per la continuazione, tenendo conto della gravità della condotta e dei precedenti dell’imputato.

Conclusioni: La Lezione sulla Specificità del Ricorso

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale in Cassazione. La battaglia in sede di legittimità si vince sul diritto, non sui fatti. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di motivi generici, ripetitivi o che mirano a una rivalutazione del merito. Per avere una possibilità di successo, è indispensabile formulare censure specifiche, puntuali e giuridicamente fondate, che evidenzino un’errata applicazione della legge o un vizio logico manifesto nella motivazione della sentenza impugnata. In assenza di questi requisiti, il ricorso non solo sarà respinto, ma comporterà anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono generici, si basano su questioni di fatto già valutate nei gradi precedenti, o non rispettano i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge, come quelli indicati nell’art. 581 del codice di procedura penale.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e la credibilità di un testimone?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è rivalutare le prove o l’attendibilità dei testimoni, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano fornito una motivazione logica e non contraddittoria.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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