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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una condanna per violenza, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. La Corte ha stabilito che i motivi dell’appello erano privi di specificità e si limitavano a riproporre argomenti già respinti in precedenza, come l’irrilevanza dello stato di ebbrezza. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la decisione della Cassazione

Presentare un’impugnazione in Cassazione è un passo cruciale nel sistema giudiziario, ma affinché sia efficace, deve rispettare precisi requisiti di forma e sostanza. Un ricorso inammissibile è un atto che non supera il vaglio preliminare della Corte, impedendo così un esame nel merito della questione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce ancora una volta i motivi che portano a tale esito, sottolineando l’importanza di formulare motivi di ricorso specifici e non meramente ripetitivi.

I Fatti di Causa

Il caso in esame riguarda un individuo condannato dalla Corte d’Appello per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, oltre che per lesioni personali, ai sensi degli articoli 336, 337 e 582 del codice penale. Non accettando la sentenza di secondo grado, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza per chiederne l’annullamento.

L’analisi del ricorso inammissibile da parte della Corte

La Suprema Corte ha analizzato entrambi i motivi presentati dalla difesa, giungendo alla medesima conclusione per entrambi: l’inammissibilità.

Il primo motivo è stato giudicato totalmente privo di specificità. La difesa, infatti, non ha indicato in modo chiaro né le ragioni di diritto né i dati di fatto su cui si fondava la propria critica alla sentenza d’appello. Inoltre, il ricorso non si è confrontato in modo adeguato con la motivazione, congrua ed esaustiva, fornita dalla Corte territoriale, risultando così manifestamente infondato.

Il secondo motivo, invece, è stato considerato una semplice riproduzione di un profilo di censura già esaminato e correttamente respinto nel giudizio di merito. In particolare, si contestava la valutazione dell’elemento soggettivo del reato in relazione a uno stato di alterazione alcolica. La Cassazione ha confermato la correttezza della decisione precedente, che aveva già chiarito l’irrilevanza di tale stato ai fini della configurabilità del dolo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su principi consolidati della procedura penale. Un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata alla decisione impugnata. Non è sufficiente presentare censure generiche o, peggio ancora, limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già vagliate e respinte dal giudice precedente senza contestare specificamente il ragionamento logico-giuridico seguito da quest’ultimo.

L’ordinanza ribadisce che il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Pertanto, un ricorso che non si confronta puntualmente con la sentenza che intende demolire è destinato a fallire.

Inoltre, viene confermato il principio secondo cui lo stato di alterazione volontaria da alcol non esclude l’imputabilità né l’elemento soggettivo del reato. La condizione di ubriachezza non può essere invocata come scusante per giustificare condotte violente o di resistenza nei confronti delle forze dell’ordine.

Conclusioni

La decisione in commento serve da monito sull’importanza della tecnica redazionale e della strategia difensiva nel processo penale. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è fondamentale che l’atto di impugnazione sia specifico, pertinente e che si confronti criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. Limitarsi a riproporre vecchie tesi senza argomentare le ragioni per cui la Corte d’Appello avrebbe errato nel respingerle si traduce in uno spreco di risorse processuali e, come in questo caso, nella condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi sono privi di specificità, ovvero non indicano chiaramente le ragioni di diritto o i fatti su cui si basano, e quando sono meramente riproduttivi di argomenti già esaminati e respinti dal giudice di merito, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Lo stato di alterazione alcolica può escludere la responsabilità per reati come la resistenza a pubblico ufficiale?
No, la Corte ha confermato che lo stato di alterazione alcolica è irrilevante ai fini della valutazione dell’elemento soggettivo (cioè l’intenzione) del reato. Pertanto, non può essere utilizzato come giustificazione per escludere la responsabilità penale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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