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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per lesioni. I motivi, relativi alla mancata riapertura del dibattimento e alla richiesta di pene sostitutive, sono stati giudicati generici, assertivi e non specifici, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di Motivi Generici in Cassazione

Presentare un’impugnazione in ambito penale è un diritto fondamentale, ma deve rispettare precise regole di forma e sostanza. Un ricorso inammissibile è un atto che, per la sua genericità o per altre carenze, non può essere esaminato nel merito dalla Corte di Cassazione, con conseguenze significative per il ricorrente. L’ordinanza n. 31309/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la mancanza di specificità nei motivi di ricorso porti a una declaratoria di inammissibilità e alla condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Processo: Dalla Condanna per Lesioni all’Appello

Il caso trae origine da una condanna per il reato di lesioni personali aggravate, in particolare per aver causato l’indebolimento permanente di un organo attraverso la perdita di un dente. La Corte d’Appello di Torino aveva confermato la sentenza di primo grado. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione basandolo su tre distinti motivi, sperando di ottenere l’annullamento della condanna.

Il Ricorso Inammissibile: Analisi dei Motivi di Impugnazione

Il ricorrente ha lamentato diverse violazioni, ma la Suprema Corte le ha ritenute tutte manifestamente infondate e non specifiche. Vediamole nel dettaglio.

La Mancata Assunzione della Prova Decisiva

Il primo motivo riguardava la presunta violazione della legge processuale. La difesa aveva chiesto in appello la riapertura dell’istruttoria dibattimentale per sentire due testimoni, sostenendo che si trattasse di una prova decisiva. La Corte d’Appello aveva rigettato l’istanza.

La Cassazione ha chiarito che tale motivo di ricorso è valido solo per le prove la cui ammissione è stata richiesta ai sensi dell’art. 495, comma 2, c.p.p. Nel caso di specie, la richiesta era un invito al giudice ad avvalersi dei suoi poteri discrezionali di integrazione probatoria (art. 507 c.p.p.). Il rigetto di tale richiesta, se motivato, non è sindacabile in sede di legittimità. Inoltre, il ricorso è stato giudicato generico perché si limitava ad affermare che un teste avrebbe fornito un alibi e l’altro una versione alternativa, senza articolare una critica puntuale alla motivazione della sentenza impugnata.

La Critica all’Attendibilità dei Testimoni

Il secondo motivo contestava la valutazione di attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa e di un altro testimone. Anche in questo caso, la Corte ha rilevato la totale genericità e assertività delle censure, che non costituivano una critica legittima alla struttura logica della motivazione della Corte d’Appello, ma si limitavano a contrapporre una diversa valutazione dei fatti, inammissibile in sede di Cassazione.

Il Rifiuto delle Pene Sostitutive

Con il terzo motivo, il ricorrente lamentava il mancato accoglimento della richiesta di applicazione delle pene sostitutive. La Corte d’Appello aveva negato il beneficio sulla base di una prognosi sfavorevole, tenendo conto delle precedenti condanne dell’imputato e della loro inefficacia dissuasiva. La Cassazione ha ritenuto il motivo privo di specificità, poiché la difesa non aveva fornito allegazioni concrete per contrastare la valutazione negativa del giudice di merito e si era limitata a richiamare una non meglio specificata ‘dichiarazione di disponibilità’ a svolgere lavori di pubblica utilità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni suo punto. La motivazione di fondo risiede nella genericità e nella manifesta infondatezza di tutti i motivi proposti. I giudici hanno sottolineato come un ricorso per Cassazione non possa limitarsi a riproporre le stesse questioni già vagliate e respinte in appello, né possa tradursi in una semplice richiesta di rivalutazione del merito delle prove. È necessaria una critica specifica e argomentata, capace di evidenziare vizi logici o violazioni di legge nel ragionamento del giudice del grado precedente. Poiché tali elementi mancavano del tutto, il ricorso è stato rigettato.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso Penale

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’onere della specificità dei motivi di impugnazione. Un ricorso generico, assertivo o che si limita a contestare il merito della valutazione probatoria è destinato all’inammissibilità. Le conseguenze non sono solo la conferma della condanna, ma anche, come in questo caso, la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa nell’aver promosso un’impugnazione palesemente priva di fondamento. La decisione serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione tecnicamente rigorosi e giuridicamente argomentati.

Perché la Cassazione può dichiarare un ricorso inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati sono generici, manifestamente infondati o non criticano specificamente la logica della sentenza impugnata, ma si limitano a chiedere una nuova valutazione dei fatti.

È sempre possibile chiedere di sentire nuovi testimoni in appello?
No, non è un diritto automatico. La richiesta di rinnovazione dell’istruttoria in appello è soggetta alla valutazione discrezionale del giudice, che può rigettarla se la ritiene non necessaria ai fini della decisione e se la sentenza si basa già su elementi sufficienti. Il rigetto di una richiesta basata sui poteri ex art. 507 c.p.p. non è facilmente contestabile in Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Oltre alla conferma della condanna, la dichiarazione di inammissibilità comporta, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Se la Corte ravvisa una colpa nell’aver proposto il ricorso (perché evidentemente infondato), può aggiungere anche la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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