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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per rapina. I giudici hanno stabilito che la semplice ripetizione dei motivi già presentati in appello rende il ricorso generico e quindi non meritevole di esame. Inoltre, hanno confermato che la valutazione della pena e delle circostanze aggravanti rientra nella discrezionalità del giudice di merito, se adeguatamente motivata.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i requisiti di specificità

Presentare un ricorso in Cassazione non è una semplice formalità, ma un atto che richiede precisione e specificità. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della presentazione di motivi generici che si limitano a ripetere quanto già esposto in appello. Analizziamo questa decisione per capire perché la specificità dei motivi è un requisito non negoziabile.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna, che lo aveva condannato per il reato di rapina, previsto dall’art. 628, comma 1, del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici di secondo grado, decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione, affidando il suo ricorso a due distinti motivi.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Cassazione

L’imputato basava il suo ricorso su due punti principali:

1. Contestazione della responsabilità penale: Il primo motivo mirava a contestare la dichiarazione di colpevolezza per il reato di rapina.
2. Mancata esclusione di un’aggravante: Il secondo motivo contestava la mancata esclusione del nesso teleologico previsto dall’art. 61 n. 2 del codice penale, un’aggravante che si applica quando un reato viene commesso per eseguirne o occultarne un altro.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha respinto entrambe le doglianze, dichiarando il ricorso nel suo complesso inammissibile.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La Suprema Corte ha fornito una motivazione chiara e lineare per la sua decisione, distinguendo tra i due motivi proposti.

Per quanto riguarda il primo motivo, i giudici hanno osservato che le argomentazioni presentate non erano altro che una “pedissequa reiterazione” di quelle già discusse e puntualmente respinte dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’imputato si era limitato a riproporre le stesse difese senza formulare una critica specifica e argomentata contro la logica e le conclusioni della sentenza impugnata. Secondo la Corte, un motivo di ricorso così formulato è solo “apparente” e non assolve alla sua funzione tipica, che è quella di evidenziare un errore di diritto o un vizio di motivazione del giudice precedente. Questo ha portato alla dichiarazione di inammissibilità del motivo.

Relativamente al secondo motivo, concernente l’aggravante, la Corte lo ha ritenuto “manifestamente infondato”. I giudici hanno richiamato il consolidato principio secondo cui la graduazione della pena, inclusa la valutazione delle circostanze aggravanti e attenuanti, rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Tale potere deve essere esercitato nel rispetto dei criteri fissati dagli articoli 132 e 133 del codice penale. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la sua decisione, rendendo la contestazione sul punto infondata in sede di legittimità.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione. La decisione sottolinea che l’appello alla Suprema Corte non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Di conseguenza:

* Non basta ripetere: È inutile e controproducente riproporre le stesse argomentazioni dell’appello. Il ricorso deve individuare con precisione i vizi della sentenza impugnata e sviluppare una critica mirata.
* La discrezionalità del giudice ha un peso: Le scelte del giudice di merito sulla determinazione della pena sono difficilmente censurabili in Cassazione, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica, contraddittoria o del tutto assente.
* Conseguenze economiche: Un ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi presentati sono generici e si limitano a ripetere argomenti già esaminati e respinti nel precedente grado di giudizio, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata.

La Corte di Cassazione può modificare la quantità della pena decisa da un altro giudice?
Di norma no. La determinazione della pena rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. La Corte di Cassazione interviene solo se la motivazione a supporto di tale decisione è mancante, palesemente illogica o contraddittoria, cosa non riscontrata in questo caso.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, a titolo di sanzione, in favore della Cassa delle ammende (in questa vicenda, pari a 3.000 euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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