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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di cui all’art. 483 c.p. La decisione si fonda sulla genericità dell’unico motivo di ricorso, che contestava il trattamento sanzionatorio senza specificare gli elementi concreti e i vizi logici della sentenza impugnata, violando così i requisiti dell’art. 581 c.p.p. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: per essere valido, un ricorso deve essere specifico e non limitarsi a critiche generiche. Un ricorso inammissibile, infatti, non solo non viene esaminato nel merito, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo presenta. Analizziamo insieme questa ordinanza per comprendere le ragioni dietro la decisione e le lezioni pratiche che se ne possono trarre.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso presentato da un imputato contro la sentenza della Corte di Appello di Roma, che aveva confermato la sua condanna per il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, previsto dall’articolo 483 del codice penale. L’imputato ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, affidando la sua difesa a un unico motivo di ricorso, incentrato sulla presunta erroneità del trattamento sanzionatorio applicatogli.

L’Ordinanza della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha messo fine al percorso giudiziario del ricorrente in modo netto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o della correttezza della pena, ma si ferma a un livello preliminare, quello della validità formale e sostanziale dell’atto di impugnazione. Oltre a respingere il ricorso, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni sul Ricorso Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione sull’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che l’atto di impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, l’indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta.

Nel caso specifico, il motivo di ricorso è stato giudicato “generico per indeterminatezza”. Ecco perché:
1. Mancanza di Specificità: Il ricorrente si era limitato a contestare la correttezza della motivazione relativa alla sanzione, senza però indicare quali fossero gli elementi specifici della sentenza impugnata a essere errati o illogici.
2. Impossibilità di Controllo: Una critica così generica non consente al giudice dell’impugnazione (in questo caso, la Cassazione) di individuare con precisione i rilievi mossi e, di conseguenza, di esercitare il proprio sindacato sulla decisione del giudice precedente.
3. Logicità della Sentenza Impugnata: La Corte ha rilevato che, a fronte di una motivazione della Corte d’Appello ritenuta logicamente corretta, il ricorso non forniva alcun elemento concreto per metterla in discussione.

In sostanza, non basta affermare che una sentenza è sbagliata; è necessario spiegare puntualmente dove e perché, confrontandosi direttamente con le argomentazioni del giudice che l’ha emessa.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante sull’importanza della tecnica redazionale negli atti processuali. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa, ma anche un costo aggiuntivo. La decisione evidenzia che, per avere una possibilità di successo, un’impugnazione deve essere costruita su critiche precise, dettagliate e ancorate agli atti del processo. Le lamentele vaghe o astratte sono destinate a essere respinte, con l’ulteriore aggravio di spese e sanzioni pecuniarie. Per i cittadini e i loro difensori, la lezione è chiara: la forma, nel diritto processuale, è sostanza.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando è privo dei requisiti prescritti dalla legge, come nel caso di un motivo di ricorso generico e indeterminato che non indica specificamente gli errori della sentenza impugnata, in violazione dell’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale.

Cosa si intende per motivo di ricorso ‘generico’?
Un motivo di ricorso è considerato ‘generico’ quando non individua gli elementi di fatto e le ragioni di diritto specifiche che sostengono la critica alla sentenza, limitandosi a una contestazione astratta e non consentendo al giudice di comprendere e valutare i presunti errori commessi dal tribunale inferiore.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta non solo il rigetto dell’impugnazione senza esame del merito, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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