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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. L’ordinanza chiarisce due principi importanti: non è necessaria l’autorizzazione alla riapertura delle indagini se la precedente archiviazione era dovuta a ignoti autori del reato, e le censure contro una sentenza devono essere specifiche e argomentate, non limitarsi a una generica contestazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea i Requisiti di Specificità

Con l’ordinanza n. 22329/2024, la Corte di Cassazione torna a ribadire un principio fondamentale della procedura penale: la specificità dei motivi di ricorso. Quando un’impugnazione si basa su censure vaghe e non circostanziate, il suo esito è segnato: si tratta di un ricorso inammissibile. Questo provvedimento offre spunti importanti sia su questioni procedurali, come la riapertura delle indagini, sia sui requisiti sostanziali che un ricorso deve possedere per essere esaminato nel merito.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Milano, ha presentato ricorso per cassazione basando la sua difesa su tre motivi principali:
1. Un vizio procedurale: sosteneva che le indagini a suo carico fossero state riaperte senza la necessaria autorizzazione del giudice, dopo una precedente archiviazione per essere rimasti sconosciuti gli autori del reato.
2. Una critica alla motivazione: contestava la contraddittorietà e l’illogicità della sentenza d’appello riguardo alla sua responsabilità penale, in particolare per quanto concerneva l’individuazione da parte di un testimone.
3. Una richiesta di revisione della pena: invocava il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e una rideterminazione della sanzione, anche in relazione all’aumento per la continuazione tra i reati.

La Decisione della Corte e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto in toto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un’analisi puntuale di ciascun motivo, evidenziando come nessuno di essi superasse la soglia di ammissibilità richiesta dalla legge.

La Riapertura delle Indagini Dopo l’Archiviazione per Ignoti

Sul primo punto, la Cassazione ha chiarito, richiamando una consolidata giurisprudenza (incluse le Sezioni Unite), che l’autorizzazione alla riapertura delle indagini non è necessaria quando il procedimento penale era stato archiviato unicamente perché gli autori del reato erano rimasti sconosciuti. In questi casi, ciò che conta è l’aspetto formale: se l’archiviazione è motivata dall’impossibilità di identificare un colpevole, le indagini possono ripartire non appena emergono nuovi elementi a carico di una persona specifica, senza ulteriori passaggi burocratici.

La Genericità delle Censure sulla Responsabilità e sulla Pena

I motivi secondo e terzo sono stati giudicati inammissibili per la loro genericità. La Corte ha sottolineato che il ricorso non può limitarsi a esprimere un dissenso generico rispetto alla decisione impugnata. È necessario, invece, che l’imputato enunci e argomenti in modo specifico i rilievi critici, indicando con precisione quali parti della motivazione siano errate, illogiche o contraddittorie. Nel caso di specie, il ricorrente non ha adeguatamente sviluppato le sue critiche né riguardo all’identificazione testimoniale né riguardo al mancato riconoscimento delle attenuanti, rendendo impossibile per la Corte un esame di legittimità.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Corte si concentra sul concetto di “autosufficienza” del ricorso. Un’impugnazione in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti. È un controllo di legittimità, volto a verificare se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato la loro decisione in modo logico e coerente. Per questo, il ricorrente ha l’onere di presentare censure specifiche, che si confrontino direttamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni della difesa o a contestare genericamente la valutazione delle prove è una strategia destinata al fallimento, poiché non attinge al vero scopo del giudizio di Cassazione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito per la difesa: la redazione di un ricorso per cassazione richiede un’elevata perizia tecnica. Non basta essere in disaccordo con una sentenza di condanna. È indispensabile individuare vizi di legge o difetti di motivazione specifici e dimostrarli con argomentazioni puntuali e pertinenti. Un ricorso inammissibile non solo conferma la condanna, ma comporta anche l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, aggravando la posizione del condannato. La decisione ribadisce l’importanza di una difesa tecnica e mirata, consapevole dei limiti e delle finalità del giudizio di legittimità.

Quando è richiesta l’autorizzazione del giudice per riaprire un’indagine penale?
Secondo la sentenza, l’autorizzazione alla riapertura delle indagini non è richiesta quando il procedimento è stato precedentemente archiviato per essere rimasti ignoti gli autori del reato. Conta solo l’aspetto formale della precedente archiviazione.

Perché un motivo di ricorso può essere considerato ‘generico’ dalla Corte di Cassazione?
Un motivo è considerato generico quando non enuncia né argomenta in modo specifico i rilievi critici verso la decisione impugnata. Una semplice affermazione di contraddittorietà o illogicità, senza un confronto puntuale con le ragioni di fatto e di diritto della sentenza, non è sufficiente e porta a un ricorso inammissibile.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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