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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22063/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per truffa. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso non possono limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte nei gradi di merito, ma devono contenere una critica specifica e puntuale delle motivazioni della sentenza impugnata. In assenza di ciò, il ricorso viene rigettato con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Critica Specifica

L’ordinanza n. 22063 del 2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla corretta formulazione dei ricorsi. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa, ma comporta anche conseguenze economiche per i ricorrenti. Il caso in esame riguarda un appello contro una condanna per truffa, respinto perché i motivi erano una mera riproposizione di argomentazioni già valutate, senza una critica puntuale alla sentenza di secondo grado.

I Fatti del Processo

Due persone venivano condannate per il reato di truffa, previsto dall’art. 640 del codice penale. La decisione veniva confermata dalla Corte d’Appello di Milano. Gli imputati, non soddisfatti della decisione, decidevano di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di contestazione.

I Motivi del Ricorso degli Imputati

I ricorrenti basavano la loro difesa su due punti fondamentali:

1. Vizio di motivazione e violazione di legge: Contestavano la valutazione delle prove che aveva portato alla loro condanna, ritenendo che la loro responsabilità penale non fosse stata adeguatamente dimostrata.
2. Mancata applicazione della causa di non punibilità: Sostenevano che, anche se colpevoli, il fatto fosse di così lieve entità da meritare l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, che esclude la punibilità per particolare tenuità del fatto.

La Valutazione della Suprema Corte e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi presentati e li ha dichiarati “indeducibili”, un termine tecnico per indicare che non potevano essere presi in considerazione. La ragione di questa decisione è cruciale: i motivi del ricorso erano semplici riproduzioni di doglianze già esaminate e respinte in modo logico e giuridicamente corretto dalla Corte d’Appello. In altre parole, gli imputati non avevano mosso una critica specifica e argomentata contro le ragioni esposte nella sentenza d’appello, ma si erano limitati a ripetere le loro tesi difensive.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha chiarito che il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Pertanto, un ricorso è inammissibile quando non “dialoga” con la sentenza che contesta, ovvero non ne analizza criticamente il ragionamento per evidenziarne gli errori di diritto o i vizi logici.

Nel caso specifico, la Cassazione ha sottolineato come la Corte d’Appello avesse già fornito una motivazione esauriente sia sul compendio probatorio a carico degli imputati (a pagina 4 della sentenza) sia sulle ragioni che escludevano l’applicabilità dell’invocata causa di non punibilità (a pagina 6). Di fronte a queste argomentazioni, i ricorrenti avrebbero dovuto spiegare perché quella motivazione era errata, e non semplicemente riaffermare la propria posizione.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Pronuncia

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto conseguenze concrete per i ricorrenti. La Corte li ha condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: per avere successo in Cassazione, un ricorso deve essere tecnico, specifico e mirato a colpire le fondamenta giuridiche della decisione impugnata. Limitarsi a ripetere argomentazioni già respinte equivale a presentare un ricorso inammissibile, con un inevitabile esito negativo e un ulteriore onere economico.

Perché il ricorso presentato dagli imputati è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano meramente riproduttivi di doglianze già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Mancava una critica specifica e analitica delle argomentazioni contenute nella sentenza impugnata.

Quali erano le principali richieste dei ricorrenti?
I ricorrenti contestavano la loro condanna per il reato di truffa (art. 640 c.p.) per vizio di motivazione e violazione di legge, e chiedevano l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti a seguito della decisione della Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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