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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per rapina. L’imputato lamentava un’eccessiva sanzione dovuta a un errato bilanciamento tra attenuanti e aggravanti. La Corte ha ritenuto il motivo di ricorso generico e non adeguatamente confrontato con la puntuale motivazione della sentenza d’appello, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e l’Onere di Specificità dei Motivi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale penale: la specificità dei motivi di ricorso. Quando un’impugnazione manca di concretezza e non si confronta puntualmente con la decisione contestata, la conseguenza è una dichiarazione di ricorso inammissibile. Questo non è solo un esito procedurale, ma una sanzione per la presentazione di doglianze generiche che non permettono alla Suprema Corte di esercitare la sua funzione di legittimità.

Il Caso: Una Condanna per Rapina e il Bilanciamento delle Circostanze

Il caso in esame trae origine da una condanna per il reato di rapina, previsto dall’art. 628 del codice penale. L’imputato, dopo la conferma della condanna in appello, ha deciso di presentare ricorso per cassazione. L’unica censura mossa alla sentenza di secondo grado riguardava l’eccessività della pena inflitta. In particolare, il ricorrente sosteneva che i giudici di merito avessero errato nel cosiddetto ‘giudizio di bilanciamento’ tra le circostanze del reato. A suo avviso, l’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) avrebbe dovuto essere considerata prevalente sulle aggravanti contestate, portando a una pena più mite.

La Decisione della Cassazione e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21846/2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione di tale decisione risiede interamente nella modalità con cui il motivo è stato formulato. I giudici supremi hanno qualificato il ricorso come ‘generico’. L’imputato, infatti, si era limitato a contestare l’esito del bilanciamento delle circostanze senza però attaccare in modo specifico e puntuale le argomentazioni che la Corte d’Appello aveva esposto nella propria sentenza per giustificare quella decisione. Non basta esprimere un mero dissenso; è necessario dimostrare dove e perché il ragionamento del giudice di grado inferiore sarebbe viziato da illogicità o violazioni di legge.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è chiara e si fonda su un pilastro del giudizio di legittimità. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la tenuta logica della motivazione delle sentenze impugnate. Un motivo di ricorso è ‘generico’ quando non permette alla Corte di svolgere questo controllo. Se l’appellante non spiega perché la valutazione del giudice di merito (in questo caso, sul peso da attribuire alle attenuanti rispetto alle aggravanti) sia errata alla luce dei criteri di legge, ma si limita a proporre una propria, diversa valutazione, il ricorso si trasforma in una inammissibile richiesta di riesame dei fatti. Di conseguenza, il ricorso inammissibile è la sanzione processuale per chi non rispetta i confini del giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. Chi intende impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione deve redigere un atto tecnico, preciso e critico. Ogni doglianza deve essere autosufficiente e deve confrontarsi direttamente con la motivazione della sentenza che si intende demolire. In caso contrario, l’esito sarà una declaratoria di inammissibilità. Tale esito, inoltre, non è privo di costi: il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria funge da deterrente contro la proposizione di ricorsi esplorativi o palesemente infondati, che contribuiscono a congestionare il sistema giudiziario.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché l’unico motivo presentato era generico e non si confrontava in modo specifico e critico con la puntuale esposizione dei criteri adottati dalla Corte d’Appello nella sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Secondo la sentenza, un motivo è generico quando non individua con precisione l’errore di diritto o il vizio logico della decisione impugnata, ma si limita a esprimere un dissenso generale o a riproporre una valutazione dei fatti già respinta dai giudici di merito.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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