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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché i motivi addotti dall’imputato erano generici e non pertinenti al reato di evasione per cui era stato condannato. L’appellante, infatti, faceva riferimento a un vecchio caso di furto d’acqua, dimostrando una totale estraneità rispetto alla sentenza impugnata e determinando la condanna al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e l’Importanza dei Motivi Specifici

Nel processo penale, l’impugnazione di una sentenza è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato secondo regole precise. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda una di queste regole fondamentali: i motivi del ricorso devono essere specifici e pertinenti. Quando ciò non avviene, il risultato è un ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme un caso emblematico che illustra perfettamente questo principio.

I Fatti del Caso: Un Errore di Impugnazione

Il caso trae origine da una condanna per il reato di evasione, commesso nel novembre 2020, confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, i motivi presentati nel ricorso erano palesemente estranei alla vicenda processuale. Invece di contestare la condanna per evasione, le argomentazioni facevano riferimento a un reato completamente diverso – un furto d’acqua risalente al 2010. Questo errore ha reso i motivi del ricorso non solo generici, ma anche “eccentrici”, ovvero totalmente scollegati dall’oggetto del giudizio.

L’Analisi della Corte: la genericità che porta a un ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha prontamente rilevato la totale inadeguatezza dell’impugnazione. Il principio fondamentale è che chi ricorre ha l’onere di confrontarsi specificamente con la sentenza che intende contestare. Non è possibile presentare argomenti astratti o, come in questo caso, relativi a un’altra fattispecie di reato. La mancanza di pertinenza tra i motivi del ricorso e la decisione impugnata rende l’atto incapace di attivare un valido giudizio di legittimità, portando inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile.

La Questione della Particolare Tenuità del Fatto

L’imputato aveva sollevato anche un’altra questione, chiedendo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale. Anche questo motivo, però, è stato giudicato generico. La Corte ha sottolineato che l’appellante non si era confrontato con la specifica motivazione che la Corte d’Appello aveva fornito per negare tale beneficio. Invece, aveva riportato argomentazioni relative a un altro procedimento, dimostrando ancora una volta di non aver analizzato e contestato puntualmente la sentenza oggetto del ricorso.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha stabilito che tutti i motivi di ricorso erano generici. Il primo gruppo di motivi era afferente a un reato (furto d’acqua del 2010) diverso da quello per cui si procedeva (evasione del 2020). Il secondo motivo, relativo all’art. 131-bis c.p., era altrettanto generico perché non si confrontava con le ragioni specifiche espresse dalla Corte d’Appello nella sentenza impugnata. Questa totale assenza di un confronto critico e pertinente con la decisione ha reso l’impugnazione priva di qualsiasi fondamento giuridico, imponendone la dichiarazione di inammissibilità.

Conclusioni

Questa decisione ribadisce un principio cardine del sistema delle impugnazioni: la specificità dei motivi. Un ricorso, specialmente in Cassazione, non può essere un atto generico, ma deve contenere una critica mirata e argomentata delle specifiche ragioni di fatto e di diritto della sentenza che si contesta. L’errore di presentare motivi non pertinenti o che non dialogano con la motivazione del giudice precedente si traduce in un ricorso inammissibile, con la conseguenza non solo di rendere definitiva la condanna, ma anche di esporre il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e non pertinenti alla sentenza impugnata. Essi, infatti, si riferivano a un reato di furto d’acqua del 2010, mentre la condanna riguardava un reato di evasione del 2020.

Cosa significa che i motivi di un ricorso sono “generici”?
Significa che le argomentazioni non sono specifiche e non si confrontano direttamente con le ragioni di fatto e di diritto esposte nella motivazione della sentenza che si sta impugnando. In questo caso, la genericità derivava dal fatto che i motivi erano relativi a un procedimento completamente diverso.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
Oltre alla conferma della condanna, la dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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