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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per la violazione delle prescrizioni imposte da una misura di prevenzione. L’inammissibilità è stata motivata dalla genericità e aspecificità dei motivi di ricorso, che si limitavano a riproporre questioni già adeguatamente valutate dalla corte territoriale, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Generici

La Suprema Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: un ricorso, per essere esaminato nel merito, deve essere specifico e non meramente ripetitivo. L’ordinanza in esame offre uno spunto prezioso per comprendere quando e perché un’impugnazione rischia di essere dichiarata inammissibile, con tutte le conseguenze negative del caso. Il concetto di ricorso inammissibile è centrale in questa decisione.

I Fatti del Caso

Un soggetto, già sottoposto a misure di prevenzione, veniva condannato sia in primo grado che in appello per la violazione delle prescrizioni imposte, in particolare per essersi allontanato dalla propria abitazione. La difesa dell’imputato proponeva ricorso per Cassazione, basandosi essenzialmente su tre motivi:

1. Un presunto vizio di motivazione riguardo la prova della sua assenza dall’abitazione, sostenendo che il padre, rispondendo alle forze dell’ordine durante il controllo, fosse incorso in un errore.
2. Un secondo motivo, strettamente collegato al primo, sempre relativo alla valutazione della prova.
3. Un vizio di motivazione sul mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Corte di Appello di Torino aveva già confermato la condanna, ritenendo la versione alternativa fornita dalla difesa (l’errore del padre) del tutto generica e non provata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione implica che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate, ma hanno fermato il processo a uno stadio preliminare, giudicando l’atto di impugnazione stesso come non idoneo a proseguire. La conseguenza diretta è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni chiare e consolidate nella giurisprudenza. L’analisi delle motivazioni ci aiuta a capire gli errori da evitare nella redazione di un’impugnazione.

### Genericità e Aspecificità dei Primi Due Motivi

I giudici hanno sottolineato come i primi due motivi di ricorso fossero “manifestamente infondati” e “a-specifici”. In sostanza, la difesa si era limitata a riproporre le stesse “doglianze riproduttive” già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza però confrontarsi in modo critico e puntuale con la motivazione della sentenza impugnata. Non basta ripresentare una propria versione dei fatti; è necessario dimostrare dove e perché il ragionamento del giudice di merito sia stato illogico o contrario alla legge. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si rivalutano le prove, ma un organo che controlla la legittimità e la coerenza logica delle decisioni precedenti.

### Insindacabilità delle Valutazioni sulle Attenuanti

Anche il terzo motivo, relativo alle circostanze attenuanti generiche, è stato ritenuto inammissibile per genericità. La Cassazione ha ricordato che la concessione o il diniego delle attenuanti generiche rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale valutazione può essere censurata in sede di legittimità solo se basata su un ragionamento palesemente illogico, arbitrario o se non motivata. Nel caso di specie, le sentenze di merito avevano ampiamente spiegato le ragioni del diniego, bilanciando gli indici favorevoli con elementi negativi, come la presenza di precedenti condanne. La motivazione era quindi sufficiente e non arbitraria, rendendo il motivo di ricorso inattaccabile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante: un’impugnazione, specialmente in Cassazione, deve essere un atto tecnico e preciso. Non può essere una semplice riproposizione delle proprie tesi difensive. È indispensabile attaccare specificamente i punti deboli della motivazione della sentenza precedente, evidenziando vizi logici o violazioni di legge. In caso contrario, il rischio concreto è quello di un ricorso inammissibile, che non solo rende definitiva la condanna, ma comporta anche un ulteriore esborso economico per il ricorrente. La scelta di un difensore esperto nella redazione di ricorsi per Cassazione diventa, quindi, un fattore cruciale per l’esito del giudizio.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato o generico. Ciò accade se i motivi si limitano a ripetere questioni già valutate nei gradi precedenti senza confrontarsi specificamente con la logica della sentenza impugnata o senza sollevare reali questioni di legittimità.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove, come la testimonianza di un familiare?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare le prove o i fatti del processo. Il suo compito è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Oltre a rendere definitiva la condanna, la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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