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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. L’appello non contestava in modo specifico la sentenza della Corte d’Appello, che aveva correttamente motivato la condanna per un reato previsto dalla legge sull’immigrazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Presentare un ricorso in Cassazione non è una mera formalità, ma un atto che richiede rigore e precisione. Con una recente ordinanza, la Suprema Corte ha ribadito un principio cardine della procedura penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della presentazione di motivi generici, che non si confrontano criticamente con la decisione impugnata. Questo caso offre uno spaccato chiaro su come la mancanza di specificità possa precludere l’accesso al giudizio di legittimità, con conseguenze significative per il ricorrente.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria, che aveva confermato la responsabilità penale di un individuo per un reato previsto dal Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/1998). L’imputato, non rassegnandosi alla condanna, ha proposto ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a diverse censure, tra cui la presunta insussistenza degli elementi del reato, la violazione del diritto di partecipare all’udienza e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su un’unica, ma fondamentale, constatazione: la totale genericità di tutte le doglianze sollevate. Secondo i giudici di legittimità, il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse questioni già ampiamente e correttamente esaminate dalla Corte d’Appello, senza però muovere critiche puntuali e specifiche alla motivazione della sentenza di secondo grado.

Analisi del Ricorso Inammissibile: Le Motivazioni della Corte

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni del ricorrente, evidenziandone la carenza di specificità, un requisito essenziale per l’ammissibilità del ricorso in Cassazione. Esaminiamo nel dettaglio le ragioni che hanno portato a questa drastica decisione.

La Genericità come Vizio Capitale del Ricorso

Il cuore della motivazione risiede nella constatazione che i motivi addotti erano tutti “affetti da genericità”. La Corte d’Appello aveva, secondo la Cassazione, “congruamente motivato” sulla sussistenza di tutti gli elementi della fattispecie delittuosa. Il ricorso, al contrario, non è riuscito a individuare un errore logico o giuridico specifico nel ragionamento del giudice di merito. Si è trattato, in sostanza, di una mera riproposizione delle tesi difensive, senza un confronto effettivo con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata. Questo, come ricordato dalla Corte citando un proprio precedente (n. 44882/2014), non è consentito in sede di legittimità.

La Dedotta Violazione del Diritto di Partecipare all’Udienza

Anche la censura relativa alla violazione del diritto di essere presente in udienza è stata giudicata generica e, pertanto, inammissibile. Il ricorrente non ha fornito alcuna prova del suo stato di detenzione, unica condizione che avrebbe potuto giustificare la sua assenza e fondare una valida doglianza. In mancanza di tale prova, l’argomento è risultato privo di qualsiasi fondamento concreto.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, la Corte ha ritenuto ugualmente inammissibili le questioni sollevate sul diniego delle attenuanti generiche. Anche in questo caso, il ricorso non ha superato il vaglio della specificità, limitandosi a lamentare la decisione senza argomentare in modo critico contro la valutazione, logicamente motivata, compiuta dai giudici di merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza per poterla impugnare con successo. È indispensabile che il ricorso sia strutturato in modo specifico, analitico e critico, evidenziando le precise lacune, illogicità o violazioni di legge presenti nella motivazione del provvedimento impugnato. La semplice riproposizione di argomenti già respinti, senza un dialogo costruttivo con la decisione di secondo grado, conduce inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile. Tale esito non solo preclude la possibilità di una revisione del merito, ma comporta anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie con l’irrogazione di una somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tutti i motivi presentati erano generici. Il ricorrente non ha mosso critiche specifiche e puntuali alla motivazione della sentenza della Corte d’Appello, ma si è limitato a riproporre le stesse questioni già esaminate e respinte in secondo grado.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

La Corte ha ritenuto violato il diritto dell’imputato a partecipare all’udienza?
No, la Corte ha respinto anche questa doglianza per genericità. Il ricorrente non ha fornito alcuna prova di un eventuale stato di detenzione che avrebbe potuto giustificare la sua assenza e, di conseguenza, la presunta violazione del suo diritto a partecipare al processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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