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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto aggravato. I motivi, incentrati su una richiesta di rinvio tardiva, sul diniego di una perizia e sulla presunta erronea identificazione, sono stati ritenuti manifestamente infondati e generici, confermando la decisione dei giudici di merito basata sul riconoscimento da parte di quattro ufficiali.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Lezioni dalla Cassazione su Genericità e Tardività dei Motivi

Un ricorso inammissibile rappresenta una delle conclusioni più nette nel processo penale, indicando che l’impugnazione non può nemmeno essere esaminata nel suo contenuto. Con l’ordinanza n. 14232 del 2024, la Corte di Cassazione ribadisce i principi fondamentali che regolano l’accesso al giudizio di legittimità, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi e della tempestività delle istanze difensive. Il caso in esame riguarda un ricorso avverso una condanna per furto aggravato, ma le sue conclusioni offrono spunti di riflessione applicabili a un’ampia gamma di procedimenti.

I fatti di causa

L’imputato veniva condannato in primo grado e in appello per un delitto di furto aggravato. La Corte d’Appello di Genova, con sentenza del 21 giugno 2023, confermava la responsabilità penale, basandosi su elementi probatori solidi, tra cui il riconoscimento dell’imputato da parte di ben quattro appartenenti all’Arma dei Carabinieri. Essi avevano fondato la loro certezza sulle particolari caratteristiche fisiche del soggetto, descritto come particolarmente magro. Avverso questa decisione, la difesa proponeva ricorso per Cassazione, articolando tre distinti motivi di impugnazione.

Analisi dei motivi del ricorso inammissibile

La difesa dell’imputato ha sollevato tre questioni principali, tutte respinte dalla Suprema Corte perché ritenute manifestamente infondate o generiche, conducendo così a una dichiarazione di ricorso inammissibile.

1. La richiesta di rinvio tardiva

Il primo motivo lamentava la violazione di norme procedurali relative al diritto di difesa. In particolare, il difensore aveva chiesto un rinvio dell’udienza d’appello per un concomitante impegno professionale. La Corte ha però evidenziato come tale istanza fosse stata presentata solo il giorno prima dell’udienza, nonostante il difensore fosse a conoscenza del proprio impedimento da circa tre mesi. La tardività della richiesta è stata quindi considerata sufficiente a giustificarne il rigetto, in quanto non rispettosa dei doveri di lealtà e correttezza processuale.

2. Il diniego della perizia antropometrica

Il secondo motivo contestava la mancata ammissione di una perizia antropometrica, richiesta per mettere in discussione l’identificazione dell’imputato. La Cassazione, richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, ha chiarito che la perizia non costituisce una ‘prova decisiva’ nel senso inteso dalla legge. Si tratta, infatti, di un mezzo di prova ‘neutro’, la cui ammissione è rimessa alla discrezionalità del giudice. Il diniego non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione del giudice di merito non risulta manifestamente illogica, come nel caso di specie.

3. La genericità dei motivi sulla responsabilità

Il terzo motivo, infine, contestava la valutazione sulla responsabilità penale. La Corte lo ha liquidato come generico e meramente riproduttivo di censure già esaminate e respinte nei gradi di merito. La difesa, infatti, non ha allegato specifici travisamenti della prova, ma si è limitata a sollecitare una nuova e diversa lettura degli elementi probatori, un’operazione preclusa nel giudizio di Cassazione. Il riconoscimento effettuato da quattro testimoni qualificati, basato su precise caratteristiche fisiche, è stato ritenuto un fondamento probatorio solido e logicamente argomentato.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano privi dei requisiti di legge. In primo luogo, la richiesta di rinvio tardiva non può configurare una violazione del diritto di difesa quando la parte agisce senza la dovuta diligenza. In secondo luogo, il diniego di una perizia non è automaticamente un vizio della sentenza, poiché il giudice ha il potere discrezionale di valutare quali mezzi istruttori siano necessari per la decisione. Infine, il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito; non si può chiedere alla Cassazione di rivalutare i fatti, ma solo di controllare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Riproporre le stesse argomentazioni già vagliate e respinte, senza evidenziare vizi specifici, rende l’impugnazione generica e, quindi, inammissibile.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per la pratica forense. La redazione di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi rigorosa e la capacità di individuare vizi specifici del provvedimento impugnato, evitando doglianze generiche o la mera riproposizione di argomenti di fatto. La diligenza processuale, come dimostra il caso della richiesta di rinvio, è un presupposto essenziale per la tutela effettiva dei diritti. La decisione conferma che la Corte di Cassazione svolge un ruolo di custode della legge e della logicità delle decisioni giudiziarie, non di giudice del fatto, e che un ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’addebito delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando una richiesta di rinvio per legittimo impedimento del difensore può essere ritenuta tardiva?
Secondo la Corte, una richiesta di rinvio è tardiva se presentata a ridosso dell’udienza (nel caso di specie, il giorno prima) quando il difensore era a conoscenza del proprio impedimento con largo anticipo (nel caso, da circa tre mesi).

La mancata ammissione di una perizia è sempre motivo di ricorso in Cassazione?
No. La Cassazione chiarisce che la perizia è un mezzo di prova ‘neutro’ la cui ammissione è rimessa alla discrezionalità del giudice. Il suo diniego non costituisce motivo di ricorso, a meno che non si dimostri che fosse una ‘prova decisiva’ e che la motivazione del giudice nel respingerla sia manifestamente illogica.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove, come il riconoscimento di un imputato?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o fornire una diversa interpretazione dei fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Riproporre le stesse argomentazioni di merito già respinte rende il ricorso generico e inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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