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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i criteri di inammissibilità di un appello. Nel caso specifico, un ricorso avverso una condanna per false attestazioni (art. 495 c.p.) è stato respinto perché i motivi erano una mera ripetizione di argomenti già valutati, manifestamente infondati riguardo la pena e, soprattutto, introducevano per la prima volta una questione non dibattuta in precedenza. Questa decisione sottolinea come il ricorso in Cassazione non possa essere un terzo grado di giudizio sul merito, rendendo il ricorso inammissibile e condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Requisiti

Quando un ricorso in Cassazione viene respinto senza nemmeno essere discusso nel merito? La recente ordinanza della Suprema Corte fornisce una guida chiara sui motivi che portano a dichiarare un ricorso inammissibile. Il caso analizzato riguarda un imputato condannato per false dichiarazioni a un pubblico ufficiale, il cui tentativo di appellarsi alla Cassazione è naufragato a causa di errori procedurali e argomentativi. Questa decisione è un monito fondamentale sull’importanza di redigere un ricorso tecnicamente impeccabile.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato previsto dall’art. 495 del codice penale, ovvero per aver fornito false attestazioni sulla propria identità a un pubblico ufficiale. La sentenza di condanna è stata confermata dalla Corte d’Appello di Venezia. Non rassegnato, l’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sperando di ottenere l’annullamento della decisione. Tuttavia, l’esito è stato sfavorevole, con la Suprema Corte che ha chiuso la porta a ogni ulteriore discussione.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Cassazione

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre motivi principali, tutti sistematicamente respinti dalla Corte.

Primo Motivo: La Ripetitività delle Argomentazioni

Il ricorrente contestava l’offensività concreta della sua condotta. La Cassazione ha però rilevato che questo motivo era una semplice riproposizione di argomenti già ampiamente esaminati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello. Il giudizio di legittimità non serve a riesaminare i fatti, ma a controllare la corretta applicazione della legge. Ripetere le stesse doglianze senza evidenziare un vizio di legittimità rende il motivo inammissibile.

Secondo Motivo: La Manifesta Infondatezza sulla Pena

Il secondo punto del ricorso riguardava l’eccessività della pena inflitta. Anche in questo caso, la Corte ha giudicato il motivo manifestamente infondato. La pena era stata fissata vicino al minimo previsto dalla legge ed era supportata da una motivazione considerata sufficiente e logica. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito sulla congruità della pena, se questa è adeguatamente giustificata.

Terzo Motivo: Il Divieto di Motivi Nuovi (o “inediti”)

L’argomento più interessante riguarda la richiesta, avanzata per la prima volta in Cassazione, di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La Corte ha dichiarato questo motivo inammissibile perché “inedito”, cioè mai proposto nei precedenti gradi di giudizio. Inoltre, la richiesta era generica, priva di un’adeguata base fattuale e giuridica a suo sostegno. Non si può ‘riservare’ un argomento per l’ultimo grado di giudizio.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è inammissibile?

La decisione della Cassazione si fonda su principi cardine della procedura penale. Un ricorso inammissibile è un atto che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, impedendo alla Corte di pronunciarsi sul merito della questione. Le ragioni evidenziate in questa ordinanza sono classiche e istruttive:

1. Mera riproduzione: Il ricorso non può essere una fotocopia degli atti precedenti. Deve individuare specifici errori di diritto (violazione di legge o vizi di motivazione) commessi dal giudice d’appello.
2. Manifesta infondatezza: Quando un motivo è palesemente privo di fondamento giuridico, viene respinto in via preliminare.
3. Aspecificità e novità: I motivi devono essere specifici e non possono introdurre questioni di fatto o di diritto completamente nuove (salvo eccezioni previste dalla legge), poiché la Cassazione non è un terzo grado di merito.

In questo caso, l’insieme di questi difetti ha portato la Corte a una declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Conclusioni: Lezioni Pratiche per un Ricorso Efficace

Questa ordinanza ribadisce che l’accesso alla Corte di Cassazione è rigorosamente regolato. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è essenziale che l’atto di impugnazione sia redatto con la massima perizia tecnica. I motivi devono essere nuovi (rispetto alla mera ripetizione), specifici, giuridicamente fondati e pertinenti rispetto alle decisioni dei giudici di merito. In caso contrario, il rischio non è solo quello di vedere confermata la condanna, ma anche di subire ulteriori sanzioni economiche.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione un motivo di ricorso non discusso nei gradi precedenti?
No, la Cassazione ha stabilito che un motivo è “inedito” e quindi inammissibile se riguarda violazioni di legge deducibili ma non dedotte in precedenza, salvo casi eccezionali.

Un ricorso che ripete le stesse argomentazioni già respinte in appello è valido?
No, se il motivo di ricorso è una mera riproduzione di argomenti già esaminati e correttamente respinti dal giudice di merito, viene considerato inammissibile perché non individua un vizio specifico della sentenza impugnata.

Quando viene applicata la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese processuali, è una sanzione che consegue alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, come previsto dalla legge processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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