LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi addotti dal ricorrente, relativi al riconoscimento della recidiva e al diniego delle attenuanti generiche, sono stati ritenuti non specifici. La Corte ha stabilito che la motivazione, seppur sintetica, della sentenza impugnata era sufficiente e priva di vizi logici, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Specificità dei Motivi è Cruciale

Presentare un ricorso in Cassazione richiede non solo una profonda conoscenza del diritto, ma anche la capacità di formulare censure precise e puntuali. Un ricorso inammissibile è spesso il risultato di motivi generici che non riescono a scalfire la logicità della decisione impugnata. L’ordinanza n. 10805/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questo principio, sottolineando come una motivazione sintetica del giudice di merito possa essere pienamente legittima se coerente e non contraddittoria.

Il caso in esame: un appello respinto

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. I motivi di doglianza si concentravano su due aspetti fondamentali della determinazione della pena: il riconoscimento della recidiva e il diniego delle attenuanti generiche. Il ricorrente contestava le valutazioni operate dai giudici di secondo grado, sperando in una riforma della decisione a suo favore da parte della Suprema Corte.

La struttura del ricorso

Il ricorso si basava sull’assunto che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente motivato le sue scelte in merito a due elementi cruciali per la quantificazione della sanzione penale:

1. La recidiva: il ricorrente contestava l’applicazione di questa aggravante.
2. Le attenuanti generiche: si lamentava il mancato riconoscimento di queste circostanze, che avrebbero potuto comportare una riduzione della pena.

La valutazione della Cassazione e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminando il ricorso, ha concluso per la sua inammissibilità. La decisione dei giudici di legittimità si fonda su un’attenta analisi della natura dei motivi presentati. La Corte ha osservato che entrambe le censure erano, in realtà, generiche. Nonostante il ricorrente le avesse sollevate, non era riuscito a evidenziare alcun profilo di manifesta illogicità o contraddittorietà nel ragionamento seguito dalla Corte d’Appello.

Le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito un punto fondamentale: la motivazione della sentenza di secondo grado, sebbene sintetica, era completa e sufficiente. I giudici di merito avevano dato conto delle ragioni alla base della loro decisione sia sulla recidiva sia sulle attenuanti generiche. La sinteticità di una motivazione non è, di per sé, un vizio che ne comporta l’annullamento. Ciò che conta è che il percorso logico-giuridico seguito dal giudice sia comprensibile, coerente e non viziato da palesi errori di ragionamento. Nel caso specifico, i motivi di ricorso non sono stati in grado di dimostrare l’esistenza di tali vizi, limitandosi a riproporre questioni già valutate e risolte in modo logico dalla Corte d’Appello.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del giudizio di Cassazione: non è una terza istanza di merito. Il suo compito non è rivalutare i fatti, ma verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso, per superare il vaglio di ammissibilità, deve indicare in modo specifico e puntuale le ragioni di diritto e i vizi logici che inficerebbero la sentenza impugnata. Limitarsi a esprimere un generico dissenso rispetto alla decisione del giudice di merito, senza individuare precise criticità, conduce inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti, relativi al riconoscimento della recidiva e al diniego delle attenuanti generiche, sono stati ritenuti generici. Essi non hanno evidenziato profili di manifesta illogicità o contraddittorietà nella decisione della Corte d’Appello.

Una motivazione sintetica di un giudice è sufficiente a rendere una sentenza legittima?
Sì, secondo questa ordinanza, una motivazione, anche se sintetica, è considerata legittima se espone le ragioni alla base della decisione in modo logico e non contraddittorio. La brevità non costituisce di per sé un vizio della sentenza.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito dell’inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati