Ricorso inammissibile: la lezione della Cassazione sulla specificità dei motivi
Nell’ordinamento giuridico, il diritto di impugnare una sentenza è un pilastro fondamentale della difesa. Tuttavia, questo diritto deve essere esercitato secondo regole precise. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza della specificità dei motivi di ricorso, pena la dichiarazione di ricorso inammissibile e le conseguenti sanzioni. Analizziamo il caso per comprendere le implicazioni pratiche di questo principio.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da una condanna emessa dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto colpevole del reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002, per aver reso dichiarazioni false o incomplete al fine di ottenere il patrocinio a spese dello Stato. Non rassegnato alla decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diverse violazioni di legge e vizi di motivazione, tra cui una non corretta valutazione delle prove e il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.
La Decisione della Corte: Focus sul ricorso inammissibile
La Suprema Corte ha esaminato i motivi proposti e li ha ritenuti manifestamente infondati, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello preliminare, ovvero alla verifica dei requisiti di ammissibilità dell’impugnazione stessa. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dal ricorrente erano del tutto generici e non si confrontavano adeguatamente con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata, violando di fatto quanto prescritto dall’articolo 581 del codice di procedura penale.
Le Motivazioni
La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su una constatazione chiara: le doglianze del ricorrente erano “prive delle ragioni di diritto e dei dati di fatto che devono sorreggere la richiesta”. In sostanza, l’appello si limitava a riproporre le stesse censure già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sviluppare un’argomentazione critica specifica contro la motivazione del giudice di secondo grado. La sentenza impugnata, secondo la Cassazione, aveva già “adeguatamente vagliato e disatteso con corretti argomenti giuridici” i profili di censura. Un ricorso che non si confronta puntualmente con la decisione che contesta, ma si limita a una sterile ripetizione, è destinato a essere dichiarato inammissibile.
Le Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chi opera nel diritto: un’impugnazione, specialmente in sede di legittimità, non può essere una semplice riproposizione di lamentele generiche. È necessario un’analisi critica e puntuale della sentenza che si intende contestare, evidenziando in modo specifico gli errori di diritto o i vizi logici della motivazione. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’imposizione di sanzioni economiche a carico del ricorrente, come il pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata quantificata in tremila euro. Una lezione severa, ma necessaria, sull’importanza del rigore tecnico e argomentativo nell’esercizio del diritto di difesa.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione è basato su motivi generici?
La Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile, senza procedere all’esame del merito della questione.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in ambito penale?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come stabilito dal giudice.
È sufficiente riproporre in Cassazione gli stessi motivi già respinti in Appello?
No, non è sufficiente. Il ricorso per Cassazione deve contenere una critica specifica e argomentata delle ragioni esposte nella sentenza impugnata; la mera riproduzione di censure già esaminate porta a una declaratoria di inammissibilità.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8683 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8683 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 14/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME NOME FASANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 13/05/2022 della CORTE APPELLO di LECCE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza, in epigrafe indicata, della Corte di appello di Lecce che ha confermato la sentenza del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi in ordine al reato di cui all’art. 95, commi 1 e 2, d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 (in Brindisi, il 04/10/16).
Ritenuto che i motivi proposti (violazione dell’art. 111 Cost. e dell’art. 192 cod. proc. pen., nonché vizio di motivazione in ordine alla non corretta valutazione delle prove sulla responsabilità dell’imputato, assenza dell’elemento oggettivo e dell’elemento soggettivo del reato contestato; violazione di legge e dell’art. 111 Cost., nonché vizio di motivazione in ordine al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche) prospettano deduzioni generiche, appalesandosi prive delle ragioni di diritto e dei dati di fatto che devono sorreggere la richiesta (così come richiesto dall’art. 581 cod. proc. pen.), a fronte di una sentenza che, diversamente da quanto assume il ricorrente, ha adeguatamente vagliato e disatteso con corretti argomenti giuridici i profili di censura con il presente ricorso riprodotti (nella intera motivazione; per le invocate attenuanti generiche, si veda la p. 5);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 14 dicembre 2023
Il Consigliere estensore
Il Presi COGNOME te