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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per un reato in materia di armi. I motivi dell’appello sono stati giudicati generici: la richiesta di non punibilità per particolare tenuità del fatto non era stata avanzata nel precedente grado di giudizio, mentre il diniego delle attenuanti generiche era stato adeguatamente motivato dal giudice di merito sulla base dei precedenti dell’imputato.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: per avere successo, un ricorso deve basarsi su motivi specifici, pertinenti e già dibattuti nel merito. La decisione in esame ha dichiarato un ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere perché la genericità e l’astrattezza dei motivi di impugnazione costituiscono un errore fatale per la difesa.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna per un reato previsto dalla legge sulle armi (art. 4, comma 3, legge n. 895/1967), ha presentato ricorso per cassazione. La difesa ha articolato due principali motivi di doglianza: la violazione dell’art. 131-bis del codice penale, relativo alla non punibilità per particolare tenuità del fatto, e il presunto vizio di motivazione nel diniego delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa dei requisiti formali e sostanziali che ogni impugnazione deve possedere, mettendo in luce le carenze dell’atto presentato dalla difesa.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

Le ragioni della decisione della Corte sono chiare e si articolano sull’analisi di ciascun motivo di ricorso. Questi punti evidenziano errori procedurali e di merito che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità.

Il Primo Motivo: Richiesta Tardiva e Generica

In relazione al primo motivo, la Corte ha rilevato un vizio insanabile. La richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) non era mai stata avanzata durante il giudizio di merito. Dal verbale d’udienza, infatti, emergeva che la difesa si era limitata a chiedere la riqualificazione del reato, le attenuanti generiche, il minimo della pena e i benefici di legge.

La Corte ha sottolineato che un tema non trattato nel giudizio di merito non può essere introdotto per la prima volta in sede di legittimità. Inoltre, il ricorrente si è limitato a richiamare le condizioni astratte di applicabilità dell’istituto, senza collegarle a specifici elementi di fatto e di diritto del caso concreto. Questa genericità, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale (richiamando la sentenza Galtelli delle Sezioni Unite), rende il motivo di ricorso inammissibile.

Il Secondo Motivo: la Discrezionalità Motivata del Giudice di Merito

Anche il secondo motivo, relativo al diniego delle attenuanti generiche, è stato rigettato. La Cassazione ha ritenuto che la sentenza impugnata avesse motivato in modo esauriente la sua decisione. Il giudice di merito aveva bilanciato gli eventuali indici favorevoli con elementi di segno contrario, in particolare i precedenti specifici a carico dell’imputato.

La valutazione delle circostanze attenuanti rientra nell’ambito del potere discrezionale del giudice di merito. Tale valutazione sfugge al sindacato della Corte di Cassazione quando, come in questo caso, non è frutto di arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, ma è sorretta da una motivazione sufficiente e coerente.

Le Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

L’ordinanza della Suprema Corte offre due importanti lezioni. In primo luogo, conferma che il processo ha una struttura rigida e sequenziale: le questioni e le richieste devono essere sollevate nei tempi e nei modi corretti, altrimenti si perde il diritto di farle valere in un momento successivo. Introdurre una nuova questione in Cassazione è, di regola, inammissibile.

In secondo luogo, ribadisce che i motivi di ricorso non possono essere mere enunciazioni di principio o lamentele astratte. Devono essere specifici, indicando con precisione il punto della decisione impugnata che si contesta e le ragioni fattuali e giuridiche a sostegno della propria tesi. Un ricorso inammissibile, come quello in esame, non solo non produce alcun risultato utile per l’imputato, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici e, in un caso, riguardavano una richiesta (applicazione dell’art. 131-bis c.p.) che non era mai stata formulata nel corso del giudizio di merito.

È possibile chiedere l’applicazione di una causa di non punibilità per la prima volta in Cassazione?
No. La Corte ha chiarito che se una questione non è stata oggetto di trattazione nel giudizio di merito, non può essere sollevata per la prima volta in sede di legittimità. Questo rende il relativo motivo di ricorso inammissibile.

Perché non sono state concesse le circostanze attenuanti generiche?
Il giudice di merito ha negato le attenuanti generiche fornendo una motivazione adeguata, basata sui precedenti penali specifici dell’imputato. La Corte di Cassazione ha stabilito che questa valutazione, essendo discrezionale e non illogica, non può essere riesaminata in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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