LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in un procedimento di prevenzione, poiché i motivi presentati erano generici e riproponevano argomentazioni già respinte. L’ordinanza ribadisce che, in tale materia, il vizio di motivazione è deducibile solo se questa è inesistente o meramente apparente, non per semplice illogicità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Generici nelle Misure di Prevenzione

Presentare un ricorso in Cassazione richiede rigore e specificità, specialmente in ambiti delicati come quello delle misure di prevenzione. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce i confini della critica mossa a una decisione, sanzionando con un ricorso inammissibile i motivi di appello generici o meramente ripetitivi. Questo provvedimento offre spunti cruciali sulla tecnica redazionale degli atti giudiziari e sui limiti del sindacato di legittimità.

I Fatti del Caso

Un soggetto, destinatario di un decreto in materia di misure di prevenzione emesso dalla Corte d’Appello, decideva di impugnare tale provvedimento dinanzi alla Corte di Cassazione. Attraverso il proprio difensore, sollevava una serie di critiche (tecnicamente, “doglianze”) contro la decisione dei giudici di secondo grado, sperando di ottenerne l’annullamento.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, esaminati i motivi proposti, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che l’impugnazione non possiede i requisiti minimi per poter essere esaminata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte fonda la sua decisione su principi consolidati, sia nella propria giurisprudenza sia in quella della Corte Costituzionale. L’analisi dei giudici si è concentrata sulla natura dei motivi di ricorso presentati.

I Limiti del Ricorso nei Procedimenti di Prevenzione

In primo luogo, la Corte ricorda che nel procedimento di prevenzione il ricorso per cassazione è ammesso solo per “violazione di legge”. È esclusa, quindi, la possibilità di denunciare la cosiddetta “illogicità manifesta” della motivazione, vizio previsto dall’art. 606, comma 1, lett. e), del codice di procedura penale. L’unica eccezione si ha quando la motivazione è talmente carente da essere considerata “inesistente” o “meramente apparente”. Una motivazione è apparente quando è priva dei requisiti minimi di coerenza e logicità o è assolutamente inidonea a rendere comprensibile la ratio decidendi.

La Genericità e Aspecificità dei Motivi del Ricorso Inammissibile

Applicando questi principi al caso concreto, la Corte ha rilevato che la maggior parte dei motivi di ricorso erano “assolutamente generici”. Il ricorrente si era limitato a enunciare critiche senza argomentarle e senza confrontarsi specificamente con le ragioni di fatto e di diritto esposte dalla Corte d’Appello. Le doglianze si riducevano a mere asserzioni, prive delle necessarie ragioni a sostegno.

Un motivo specifico, inoltre, è stato giudicato privo di specificità perché si limitava a riprodurre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte, con corretti argomenti logici e giuridici, dal giudice del gravame. La giurisprudenza è costante nell’affermare che è ricorso inammissibile quello fondato su motivi che ripropongono le stesse ragioni già ritenute infondate, senza una critica puntuale e specifica della decisione impugnata.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per gli operatori del diritto. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, l’atto di impugnazione deve essere redatto con la massima precisione. Non è sufficiente esprimere dissenso rispetto alla decisione, ma è necessario:

1. Individuare specifiche violazioni di legge o vizi di motivazione nei ristretti limiti consentiti.
2. Argomentare criticamente le proprie tesi, confrontandosi punto per punto con la motivazione del provvedimento impugnato.
3. Evitare di riproporre pedissequamente le stesse difese già svolte e respinte nei gradi di merito, senza aggiungere nuovi e pertinenti elementi di critica.

In definitiva, la specificità e la pertinenza dei motivi sono requisiti essenziali per superare il vaglio di ammissibilità della Corte di Cassazione e garantire l’effettività del diritto di difesa.

Quando un ricorso per cassazione è considerato generico e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico quando i motivi sono indeterminati, si limitano a riproporre le stesse ragioni già esaminate e respinte dal giudice precedente, o quando mancano di una correlazione specifica con le argomentazioni della decisione impugnata.

Nei procedimenti di prevenzione, è possibile contestare l’illogicità della motivazione di un provvedimento?
Di norma no. L’ipotesi dell’illogicità manifesta della motivazione è esclusa. È possibile denunciare un vizio di motivazione solo se questa è totalmente assente (inesistente) o talmente carente di logica e coerenza da essere considerata meramente apparente e inidonea a spiegare la decisione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati