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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per minaccia aggravata. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che tentavano un riesame del merito dei fatti e contestavano infondatamente il diniego delle attenuanti generiche, confermando così i limiti del giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: L’Ordinanza della Cassazione sui Motivi Generici

Quando un imputato decide di portare il proprio caso fino all’ultimo grado di giudizio, deve essere consapevole dei rigidi paletti procedurali imposti dalla legge. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione è un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile venga respinto se non rispetta tali requisiti. Analizziamo una decisione che ribadisce principi fondamentali della procedura penale, in particolare la necessità di formulare motivi di ricorso specifici e il divieto per la Suprema Corte di riesaminare i fatti.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una condanna per il reato di minaccia aggravata (art. 612, comma 2, c.p.) emessa in primo grado e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Caltanissetta. L’imputato, non rassegnandosi alla doppia condanna, ha proposto ricorso per cassazione tramite il proprio difensore. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della sentenza di secondo grado, contestandone la validità su diversi fronti.

L’Analisi della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, tuttavia, ha stroncato sul nascere le speranze del ricorrente, dichiarando l’appello inammissibile. La decisione si basa su una serie di vizi che inficiavano il ricorso fin dall’origine, rendendolo non meritevole di un esame nel merito.

La Genericità dei Motivi: Un Vizio Fatale

Il primo e fondamentale problema riscontrato dai giudici è stata la genericità intrinseca dei motivi di ricorso. Il ricorso, infatti, era privo di una puntuale enunciazione delle ragioni di diritto che avrebbero dovuto giustificarlo. Mancavano, inoltre, i necessari riferimenti alla motivazione della sentenza impugnata. In altre parole, l’atto di appello si limitava a criticare la decisione senza articolare specifiche violazioni di legge o vizi logici nel ragionamento dei giudici d’appello.

Il Divieto di Riesame del Merito

Un altro punto cruciale della decisione riguarda il tentativo del ricorrente di ottenere un inammissibile riesame dei fatti. La Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si può ridiscutere la ricostruzione della vicenda o la valutazione delle prove. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione (il cosiddetto giudizio di legittimità).

Nel caso specifico, il ricorso mirava a una diversa valutazione dei fatti, senza però denunciare specifici “travisamenti di prova”, unico caso in cui la Cassazione può intervenire sulla narrazione fattuale. Poiché la motivazione della Corte d’Appello non presentava carenze o illogicità macroscopiche, la censura è stata respinta.

La Questione delle Attenuanti Generiche

Infine, anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha ribadito un principio consolidato: per negare le attenuanti, è sufficiente che il giudice di merito faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi, senza dover analizzare ogni singolo aspetto del caso. La memoria difensiva presentata successivamente non ha apportato argomenti nuovi in grado di superare questo vaglio di inammissibilità.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Cassazione si fonda sul rigoroso rispetto delle norme procedurali che governano il giudizio di legittimità. La Corte sottolinea che il ricorso non è uno strumento per tentare una terza valutazione dei fatti, ma per denunciare errori di diritto. La genericità dei motivi impedisce alla Corte stessa di comprendere quali siano le specifiche violazioni di legge o i vizi logici che si intendono contestare, rendendo di fatto impossibile l’esercizio della sua funzione. La condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende è la conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità, sanzionando l’uso improprio di uno strumento processuale.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: la redazione di un ricorso per cassazione richiede un’elevata perizia tecnica. Non basta essere in disaccordo con una sentenza; è necessario individuare e articolare in modo specifico, chiaro e pertinente i vizi di legittimità che la affliggono. Tentare di trasformare il giudizio di Cassazione in un appello mascherato, volto a ottenere una nuova valutazione dei fatti, è una strategia destinata al fallimento e comporta conseguenze economiche per il ricorrente. La decisione riafferma la funzione nomofilattica della Suprema Corte e la necessità di preservare i confini tra giudizio di merito e di legittimità.

Per quale motivo principale un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi sono intrinsecamente generici, ovvero privi di una puntuale enunciazione delle ragioni di diritto e dei correlati congrui riferimenti alla motivazione dell’atto impugnato.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti del processo?
No, di norma non è possibile. La Corte di Cassazione non può effettuare un sindacato sul merito delle valutazioni fatte dal giudice precedente o una diversa ricostruzione dei fatti, a meno che non si alleghino specifici travisamenti di prove e la motivazione della corte territoriale non sia carente o manifestamente illogica.

Cosa è sufficiente per un giudice per negare la concessione delle attenuanti generiche?
Secondo la giurisprudenza consolidata citata nell’ordinanza, per motivare il diniego delle attenuanti generiche è sufficiente un congruo riferimento, da parte del giudice di merito, agli elementi ritenuti decisivi o rilevanti per la sua decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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