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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per vari reati, poiché i motivi di appello erano generici e infondati. La Corte ha chiarito che il diniego di termini a difesa non costituisce nullità se non vi è una reale esigenza difensiva. Inoltre, i motivi sulla non punibilità e sul trattamento sanzionatorio sono stati ritenuti assertivi e non specifici. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di Motivi Generici in Cassazione

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un’impugnazione possa essere dichiarata un ricorso inammissibile quando i motivi addotti sono generici e non specificamente ancorati alle circostanze del caso. Questa decisione sottolinea l’importanza di formulare censure precise e pertinenti per evitare non solo il rigetto del ricorso, ma anche la condanna al pagamento di spese e sanzioni. Analizziamo nel dettaglio la vicenda processuale e i principi di diritto ribaditi dalla Suprema Corte.

Il Contesto del Caso Giudiziario

Un imputato, condannato in appello dalla Corte di Perugia per una serie di reati (tra cui possesso di documenti di identificazione falsi, tentata truffa e sostituzione di persona), ha presentato ricorso per cassazione. I motivi del ricorso si basavano su tre argomenti principali:

1. La presunta violazione del diritto di difesa per il diniego di termini aggiuntivi.
2. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.
3. La contestazione del trattamento sanzionatorio applicato.

La Corte di Appello aveva confermato la condanna, e il caso è quindi giunto all’attenzione della Suprema Corte per la valutazione della legittimità della decisione.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2944/2024, ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Di conseguenza, non solo ha respinto le doglianze del ricorrente, ma lo ha anche condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, ravvisando una colpa nell’aver proposto un’impugnazione palesemente infondata.

Le Motivazioni della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Corte ha smontato punto per punto i motivi del ricorso, evidenziandone la manifesta infondatezza e genericità.

Il Diniego dei Termini a Difesa

Il primo motivo riguardava la richiesta di termini a difesa. La Cassazione ha richiamato la giurisprudenza consolidata delle Sezioni Unite, secondo cui il diniego o la concessione di termini ridotti non causa alcuna nullità se la richiesta non è supportata da una reale esigenza difensiva e se l’esercizio effettivo del diritto di difesa non ha subito lesioni concrete. Nel caso specifico, il termine per richiedere la trattazione orale era già scaduto a causa della normativa emergenziale Covid-19, e il ricorrente non aveva motivato in alcun modo la necessità di ulteriore tempo, rendendo la sua richiesta puramente pretestuosa.

L’Esclusione della Non Punibilità ex Art. 131-bis c.p.

Sul secondo motivo, relativo alla mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p., la Corte ha osservato che il ricorso non si confrontava adeguatamente con la motivazione della sentenza d’appello. I giudici di merito avevano escluso la particolare tenuità del fatto basandosi sulla valutazione dei numerosi reati commessi dall’imputato. Il ricorso, invece, si limitava a presentare affermazioni generiche e a descrivere in modo irrituale la condotta dell’imputato come ‘maldestra’, un argomento di fatto non valutabile in sede di legittimità. La critica deve essere specifica e puntuale, non assertiva.

La Genericità del Motivo sul Trattamento Sanzionatorio

Infine, anche il terzo motivo, che criticava la pena inflitta, è stato giudicato del tutto generico. Il ricorrente non ha formulato censure specifiche e riferibili al caso concreto, ma si è limitato a enunciazioni astratte. Questo approccio rende impossibile per la Corte di Cassazione valutare la fondatezza della doglianza, portando inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità.

Le Conclusioni: Requisiti di Specificità per un Ricorso Efficace

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso per cassazione, per essere ammissibile, deve essere specifico, pertinente e non manifestamente infondato. Le censure generiche, che non si confrontano criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata o che introducono questioni di fatto, sono destinate a fallire. La decisione serve da monito: un’impugnazione non è un atto formale, ma uno strumento che richiede rigore argomentativo. Proporre un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche significative, come la condanna alle spese e alla sanzione a favore della Cassa delle ammende.

Perché il diniego di ‘termini a difesa’ non ha causato la nullità del procedimento?
Secondo la Corte, il diniego non costituisce una nullità quando la richiesta non risponde a una reale esigenza difensiva e l’effettivo esercizio del diritto di difesa non è stato compromesso. Nel caso specifico, il ricorrente non ha specificato alcuna esigenza concreta che giustificasse la richiesta.

Per quale motivo è stata negata l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano escluso la non punibilità tenendo conto dei numerosi fatti commessi dall’imputato. Il motivo di ricorso è stato giudicato generico e assertivo, poiché non si confrontava adeguatamente con questa specifica motivazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile per colpa evidente del ricorrente (ad esempio, a causa della manifesta infondatezza dei motivi), quest’ultimo viene condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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