Ricorso Inammissibile: La Decisione della Cassazione sui Motivi Generici
Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e specificità. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi possa portare a una declaratoria di ricorso inammissibile. Questa ordinanza sottolinea un principio fondamentale della procedura penale: non è sufficiente lamentare un presunto errore, ma è necessario argomentare in modo puntuale e confrontarsi criticamente con la decisione impugnata. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le ragioni dietro la decisione e le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello per il reato di oltraggio a un pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 341 bis del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione. I motivi del suo ricorso si concentravano su un unico aspetto: la mancata assunzione delle dichiarazioni di un testimone o, in alternativa, la mancata acquisizione delle dichiarazioni che lo stesso testimone aveva già reso durante la fase delle indagini preliminari. Secondo la difesa, questa omissione aveva leso il diritto dell’imputato a una piena difesa.
Il Principio di Diritto: Perché un Ricorso è Inammissibile?
La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Per questo, la legge processuale richiede che i motivi di ricorso siano specifici, chiari e pertinenti. Un ricorso inammissibile è, in parole semplici, un ricorso che non supera questo primo vaglio di ammissibilità perché i suoi motivi sono:
* Intrinsecamente generici: non indicano con precisione quale sia l’errore commesso dal giudice precedente.
* Aspecifici: non si confrontano direttamente con le argomentazioni contenute nella motivazione della sentenza impugnata, ma si limitano a riproporre le stesse tesi già respinte.
Le Motivazioni della Cassazione
Nel caso in esame, la Suprema Corte ha ritenuto che i motivi presentati dall’imputato rientrassero pienamente in questa categoria. I giudici hanno osservato che le lamentele relative alla testimonianza erano formulate in modo astratto e non spiegavano perché quella specifica prova sarebbe stata decisiva per un esito diverso del processo. Inoltre, il ricorrente non aveva adeguatamente criticato la motivazione della Corte d’Appello, che verosimilmente aveva già spiegato perché quella testimonianza non era stata ammessa o ritenuta irrilevante.
Di fronte a motivi così formulati, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile. La conseguenza diretta di questa decisione è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista proprio per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: l’atto di ricorso deve essere un’analisi critica e puntuale della sentenza che si contesta. Non è una mera riproposizione delle proprie ragioni, ma un dialogo tecnico con la decisione del giudice precedente. La mancata osservanza di questi criteri di specificità e concretezza non solo impedisce l’esame nel merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il ricorrente. Pertanto, la redazione di un ricorso per Cassazione richiede la massima cura e competenza tecnica per evitare una declaratoria di inammissibilità.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono ritenuti intrinsecamente generici e aspecifici, ovvero quando non si confrontano in modo puntuale con la motivazione della sentenza che si sta impugnando.
Cosa significa che i motivi di un ricorso sono “generici”?
Significa che le censure mosse alla sentenza sono vaghe, astratte e non individuano con precisione gli errori di diritto o di logica che avrebbe commesso il giudice del grado precedente.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione non ammissibile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 33027 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 33027 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 20/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a BRINDISI il 29/11/1954
avverso la sentenza del 21/10/2024 della CORTE APPELLO di LECCE
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 9642/2025
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per il reato previsto dall’art. 341 bis cod. Esaminato il motivo di ricorso, relativo alla mancata assunzione delle dichiarazioni di NOME ovvero alla mancata acquisizione delle dichiarazioni rese dalla stessa nel corso del indagini preliminari;
Ritenuti i motivi inammissibili perché intrinsecamente generici, oltre che aspecifici ris alla motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confrontano;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 20 giugno 2025.