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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa pluriaggravata. La sentenza sottolinea come un ricorso inammissibile derivi da motivi di appello generici, ripetitivi e volti a ottenere un riesame dei fatti, compito non spettante alla Suprema Corte. Vengono esaminati i limiti della rinnovazione istruttoria in appello e i requisiti di specificità dei motivi di ricorso.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti del giudizio di legittimità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 775/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato in primo e secondo grado per truffa pluriaggravata. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi e sul ruolo della Suprema Corte come giudice di legittimità, non di merito. La vicenda evidenzia come la genericità e la ripetitività dei motivi siano ostacoli insormontabili per l’accesso al terzo grado di giudizio.

I fatti del processo e i motivi del ricorso

Il ricorrente era stato condannato dal Tribunale di Reggio Emilia e, successivamente, dalla Corte d’Appello di Bologna, alla pena di un anno di reclusione e 1.000 euro di multa per truffa pluriaggravata. Avverso la sentenza d’appello, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione basato su quattro motivi principali:

1. Vizio di motivazione sul rigetto di un’istanza di legittimo impedimento del difensore nel processo di primo grado.
2. Mancata motivazione sul diniego di rinnovazione dell’istruttoria in appello, richiesta per acquisire un documento ritenuto cruciale.
3. Errata valutazione delle prove e violazione del diritto al silenzio, lamentando una condanna basata sulla mancata fornitura di una spiegazione alternativa.
4. Errata applicazione della recidiva, mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e della pena minima.

Analisi della decisione della Corte e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato in blocco tutti i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile perché basato su argomentazioni manifestamente infondate, generiche e non consentite in sede di legittimità. La Corte ha esaminato ciascun motivo, fornendo una chiara spiegazione del perché non potessero essere accolti.

La questione del legittimo impedimento e della rinnovazione istruttoria

Sul primo motivo, la Corte ha confermato la correttezza della decisione d’appello, che aveva escluso la sussistenza di un legittimo impedimento. Citando la giurisprudenza consolidata, ha ricordato che il difensore ha l’onere di dimostrare l’impossibilità di essere sostituito negli altri impegni professionali concomitanti, prova che nel caso di specie non era stata fornita.

Riguardo alla richiesta di rinnovazione dell’istruttoria, la Suprema Corte ha ribadito che si tratta di un istituto eccezionale nel giudizio d’appello. La sua ammissione è subordinata a una valutazione discrezionale del giudice di merito sulla sua ‘assoluta necessità’ ai fini della decisione. Poiché la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato le ragioni del proprio diniego, la censura è stata ritenuta infondata.

I limiti del giudizio di Cassazione e il divieto di un ‘terzo grado di merito’

I motivi tre e quattro sono stati considerati un tentativo di ottenere un riesame dei fatti e una nuova valutazione delle prove, attività preclusa alla Corte di Cassazione. La Corte ha sottolineato che il suo compito è assicurare la nomofilachia, cioè l’uniforme interpretazione della legge, non fungere da terzo giudice del fatto.

La pedissequa riproduzione dei motivi d’appello, senza una critica argomentata alla sentenza impugnata, rende il ricorso non specifico e, di conseguenza, inammissibile. Analogamente, la determinazione della pena, inclusa l’applicazione della recidiva e la concessione delle attenuanti, rientra nel dominio riservato al giudice di merito, la cui decisione è insindacabile in Cassazione se, come in questo caso, è logicamente e congruamente motivata.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su principi consolidati della procedura penale. In primo luogo, il principio di specificità dei motivi di ricorso, sancito dall’art. 581 cod. proc. pen., impone che l’impugnazione contenga una critica puntuale e argomentata alla decisione che si contesta. La mera riproposizione delle doglianze già respinte in appello non soddisfa tale requisito. In secondo luogo, la Corte ha riaffermato la netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Al giudice di Cassazione non è consentito rivalutare il materiale probatorio, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Infine, la decisione ribadisce la natura eccezionale della rinnovazione istruttoria in appello e il potere discrezionale del giudice nel valutarne l’assoluta necessità, una scelta censurabile solo in caso di vizio logico manifesto.

Le conclusioni

La sentenza in commento rappresenta un’importante conferma dei paletti procedurali che regolano l’accesso al giudizio di Cassazione. Per evitare una pronuncia di inammissibilità, è fondamentale che i motivi di ricorso non si limitino a contestare l’esito del giudizio di merito, ma attacchino specificamente le eventuali violazioni di legge o i vizi logici della motivazione della sentenza d’appello. La decisione serve da monito: il ricorso per cassazione non è un’ulteriore opportunità per discutere i fatti, ma uno strumento di controllo sulla corretta applicazione del diritto. La condanna finale del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria sottolinea le conseguenze di un’impugnazione temeraria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione lo ha ritenuto inammissibile perché i motivi presentati erano manifestamente infondati, generici e ripetitivi di quelli già respinti in appello. Inoltre, il ricorso tentava di ottenere un riesame dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di legittimità.

È sempre possibile chiedere la riapertura dell’istruttoria in appello?
No, la rinnovazione dell’istruttoria in appello è un istituto eccezionale. È subordinata alla valutazione discrezionale del giudice, che deve ritenerla assolutamente necessaria per la decisione. La decisione del giudice d’appello di non disporla è difficilmente censurabile in Cassazione se correttamente motivata.

Cosa si intende per ‘motivo di ricorso generico e ripetitivo’?
Un motivo è ‘generico’ quando non indica con precisione la violazione di legge o il vizio di motivazione, ma esprime solo un dissenso generale con la decisione. È ‘ripetitivo’ quando si limita a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel grado di giudizio precedente, senza criticare specificamente la motivazione della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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