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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per interruzione di pubblico servizio e minaccia. L’appello, incentrato sulla mancata sostituzione della pena detentiva breve, è stato respinto perché i motivi erano considerati meramente ripetitivi di censure già valutate e oggettivamente generici, senza un reale confronto con la motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di Motivi Generici e Ripetitivi

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale in cui si può contestare una sentenza di condanna. Tuttavia, per essere esaminato nel merito, l’atto deve rispettare requisiti stringenti. Un ricorso inammissibile è un ricorso che non supera questo vaglio preliminare, con conseguenze significative per il ricorrente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di quali errori portano a questa declaratoria, sottolineando l’importanza di formulare motivi specifici e pertinenti.

I Fatti del Caso

Il caso analizzato ha origine da una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la condanna di un imputato per i reati di interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p.) e minaccia (art. 612 c.p.). L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un unico specifico aspetto: la mancata sostituzione della pena detentiva breve con una sanzione alternativa. Si trattava, quindi, di una contestazione non sulla colpevolezza, ma sulla modalità di esecuzione della pena inflitta.

La Decisione della Corte e il Concetto di Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, esaminati gli atti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della richiesta (cioè non valuta se la pena detentiva breve dovesse o meno essere sostituita), ma si ferma a un livello precedente. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dal ricorrente non avevano le caratteristiche necessarie per essere discussi.

Le Motivazioni della Decisione

I giudici di legittimità hanno basato la loro decisione su due pilastri fondamentali che definiscono i limiti di un ricorso efficace.

1. Ripetitività delle Censure

Il primo motivo di inammissibilità è stato individuato nel carattere ‘meramente riproduttivo’ delle argomentazioni. Il ricorrente, in sostanza, si è limitato a ripresentare alla Cassazione le stesse obiezioni già sollevate e respinte dai giudici nei precedenti gradi di giudizio (Tribunale e Corte d’Appello). La Cassazione non è una terza istanza di merito dove si possono semplicemente ‘ritentare’ le stesse argomentazioni, ma un giudice di legittimità che valuta la corretta applicazione della legge. Ripetere le stesse doglianze senza evidenziare un errore di diritto specifico commesso dal giudice d’appello rende il ricorso sterile.

2. Genericità dei Motivi

Il secondo, e forse più importante, motivo di inammissibilità riguarda la ‘genericità’ dell’impugnazione. I motivi del ricorso sono stati ritenuti non specifici e privi di un reale confronto con le argomentazioni contenute nella sentenza della Corte d’Appello. Per essere ammissibile, un ricorso deve ‘dialogare’ con la sentenza che impugna, smontandone punto per punto il ragionamento giuridico. Un ricorso che espone lamentele astratte, senza indicare precisamente dove e perché il giudice precedente ha sbagliato, è destinato a essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’appello in Cassazione non è un’opportunità per ridiscutere l’intero processo. È un rimedio straordinario che richiede precisione, specificità e un’analisi critica mirata della sentenza impugnata. Chi intende presentare ricorso deve formulare motivi nuovi o, quantomeno, specificare in modo puntuale gli errori di diritto commessi dal giudice di merito. La semplice riproposizione di vecchie tesi o la formulazione di critiche generiche non solo non porta all’accoglimento del ricorso, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie con l’addebito di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano, da un lato, meramente ripetitivi di censure già valutate nei gradi di merito e, dall’altro, oggettivamente generici, in quanto non si confrontavano specificamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Qual era l’oggetto della contestazione sollevata dal ricorrente?
Il ricorrente contestava esclusivamente la mancata sostituzione della pena detentiva breve, senza mettere in discussione l’accertamento della sua colpevolezza per i reati ascritti.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della declaratoria di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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