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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per il reato di danneggiamento. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano una mera ripetizione di argomentazioni già respinte in appello, implicavano valutazioni di merito non consentite in sede di legittimità o erano manifestamente infondati. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

Quando si impugna una sentenza davanti alla Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi del ricorso siano specifici, pertinenti e non si limitino a ripetere argomentazioni già esaminate. In caso contrario, il rischio è che venga dichiarato un ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di questa dinamica processuale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da una persona condannata in secondo grado dalla Corte di Appello per il reato di danneggiamento, previsto dall’art. 635 del codice penale. La ricorrente ha basato la sua impugnazione su tre motivi principali:

1. Una contestazione sulla correttezza della motivazione che aveva portato alla sua dichiarazione di responsabilità.
2. La lamentela per la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale.
3. Ulteriori censure che, nella sostanza, richiedevano una nuova valutazione dei fatti di causa.

La Corte d’Appello aveva già esaminato e respinto tali argomenti, ma la difesa ha deciso di riproporli in sede di legittimità.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato i motivi presentati e li ha ritenuti tutti inammissibili, senza quindi entrare nel merito della questione. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale che definiscono i limiti del giudizio di legittimità. La Corte ha rigettato l’impugnazione, confermando la condanna e aggiungendo ulteriori sanzioni per la parte ricorrente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha analizzato separatamente ciascun motivo, spiegando nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità.

Il primo motivo è stato considerato una pedissequa reiterazione di quanto già dedotto in appello. La Corte ha sottolineato che i motivi di ricorso in Cassazione devono contenere una critica argomentata e specifica della sentenza impugnata, non limitarsi a copiare e incollare le doglianze precedenti. Tali motivi sono considerati non specifici, ma solo apparenti, e quindi non idonei a superare il vaglio di ammissibilità.

Il secondo motivo, relativo alla mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p., è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha rilevato che la sentenza d’appello conteneva una motivazione logica e coerente sul perché tale norma non fosse applicabile al caso di specie. In sede di legittimità, non è possibile contestare una valutazione del giudice di merito se questa non presenta vizi di illogicità evidenti.

Infine, il terzo motivo è stato respinto perché implicava valutazioni di merito. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non ricostruire i fatti o valutare nuovamente le prove. Chiedere alla Suprema Corte di riesaminare il merito della vicenda è un’attività che esula dalle sue competenze e porta inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità.

Conclusioni: Le Conseguenze del Ricorso Inammissibile

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze significative per la ricorrente. In primo luogo, la condanna emessa dalla Corte di Appello è diventata definitiva. In secondo luogo, conformemente a quanto previsto dalla legge per i ricorsi inammissibili, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria ha una funzione dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i suoi motivi sono generici e non specifici, si limitano a ripetere argomenti già respinti (pedissequa reiterazione), sono manifestamente infondati, oppure chiedono alla Corte una nuova valutazione dei fatti (valutazioni di merito), attività che esula dalla sua competenza di giudice di legittimità.

Cosa si intende per ‘pedissequa reiterazione’ di un motivo di ricorso?
Significa che il motivo di ricorso è una copia letterale degli argomenti già presentati e respinti nel precedente grado di giudizio (in questo caso, l’appello), senza formulare una critica argomentata e specifica contro la decisione che si sta impugnando.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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