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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un’imputata condannata per truffa. I motivi del ricorso sono stati ritenuti generici e ripetitivi, mirando a una nuova valutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità. La Corte ha confermato la decisione di non concedere le attenuanti generiche a causa dei precedenti penali, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla cassa delle ammende.

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Pubblicato il 13 luglio 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione conferma la condanna per truffa

Quando si arriva all’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione, è fondamentale presentare motivi di ricorso specifici e pertinenti. Un’ordinanza recente ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché basato su argomentazioni generiche e già esaminate nei precedenti gradi. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze di un’impugnazione non correttamente formulata.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per il reato di truffa (art. 640 c.p.) e altri capi d’imputazione emessa dal Tribunale. La sentenza era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello, che aveva ritenuto provata la responsabilità penale dell’imputata. Nonostante la doppia pronuncia conforme, la difesa decideva di proseguire il percorso legale presentando ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e perché è stato dichiarato un Ricorso Inammissibile

L’imputata ha basato il suo ricorso su diversi punti, contestando la valutazione dei giudici di merito. In particolare, ha lamentato:

* Una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo alla sua responsabilità per il reato di truffa.
* La mancanza di una prova adeguata del dolo iniziale, ovvero dell’intenzione di truffare fin dal principio.
* L’illogicità della prova relativa al reato di sostituzione di persona.
* La mancata concessione delle attenuanti generiche, che a suo dire le spettavano in considerazione dell’età avanzata.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto tali motivi non idonei a superare il vaglio di ammissibilità. Le doglianze sulla responsabilità penale sono state giudicate generiche e ripetitive di questioni già adeguatamente affrontate e respinte dalla Corte d’Appello. In sostanza, l’imputata non ha sollevato questioni di diritto, ma ha tentato di ottenere una terza valutazione dei fatti, cosa preclusa in sede di legittimità.

La Condanna alle Spese e alla Cassa delle Ammende

La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità è stata la condanna della ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro a favore della cassa delle ammende. Questa sanzione, prevista dall’art. 616 del codice di procedura penale, viene applicata quando l’inammissibilità del ricorso è attribuibile a colpa del ricorrente, come nel caso di motivi manifestamente infondati.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sottolineando un principio cardine del nostro ordinamento: il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito. Il suo compito non è rivalutare le prove (come le testimonianze o i documenti), ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una giustificazione “adeguata, con argomenti effettivi e non certo illogici”. Pertanto, le critiche della ricorrente, essendo generiche e volte a rimettere in discussione l’analisi dei fatti, non potevano trovare accoglimento.

Anche riguardo al diniego delle attenuanti generiche, la Corte ha ritenuto la decisione della Corte territoriale legittima. I giudici d’appello avevano correttamente bilanciato l’età avanzata dell’imputata con la presenza di “plurimi precedenti specifici”, valorizzando questi ultimi come elemento ostativo alla concessione del beneficio.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro monito sull’importanza di redigere un ricorso per cassazione con motivi specifici, che attacchino la sentenza impugnata su questioni di diritto o su vizi di motivazione evidenti e non su una diversa interpretazione dei fatti. Tentare di ottenere una nuova valutazione del merito si traduce non solo in un ricorso inammissibile, ma anche in significative conseguenze economiche per il ricorrente. La decisione ribadisce che la colpa nel proporre un’impugnazione palesemente infondata comporta una sanzione pecuniaria, a tutela della funzione deflattiva e di nomofilachia della Corte di Cassazione.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi presentati sono generici, ripetitivi di questioni già decise o quando mirano a ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

La sola età avanzata è sufficiente per ottenere le attenuanti generiche?
No. Secondo la decisione, l’età avanzata è un elemento che il giudice può considerare, ma può essere legittimamente superato da altri fattori negativi, come la presenza di plurimi precedenti penali specifici.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, se l’inammissibilità è dovuta a sua colpa (ad esempio per motivi manifestamente infondati), anche al versamento di una somma di denaro alla cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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