LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando i motivi sono di fatto

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per resistenza e minaccia. I motivi, incentrati su una diversa valutazione dei fatti e sulla presunta reazione a una condotta arbitraria, sono stati ritenuti estranei al giudizio di legittimità, confermando così la decisione dei giudici di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

L’ordinanza in commento offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione gestisce un ricorso inammissibile, ribadendo la distinzione fondamentale tra giudizio di fatto e giudizio di legittimità. Quando un imputato tenta di portare davanti alla Suprema Corte questioni che attengono alla ricostruzione dei fatti, già valutati nei gradi di merito, l’esito è quasi sempre segnato. Questo caso, riguardante reati di resistenza e minaccia, illustra perfettamente i paletti procedurali che definiscono i confini del ricorso per cassazione.

Il Caso in Esame: Dalla Resistenza al Ricorso in Appello

Un soggetto veniva condannato in Corte d’Appello per reati di resistenza a pubblico ufficiale e minaccia. Non accettando la decisione, decideva di proporre ricorso per cassazione, affidandosi a tre motivi principali. In primo luogo, contestava la ricostruzione dei fatti e la sua responsabilità penale, sostenendo che le sue azioni fossero state una reazione legittima a una condotta arbitraria delle forze dell’ordine. In secondo luogo, lamentava che i motivi di appello fossero stati trattati in modo superficiale. Infine, sollevava una questione procedurale relativa a un presunto vizio nella notifica del decreto di citazione in appello, che a suo dire avrebbe dovuto portare alla nullità del procedimento.

Le Ragioni del Ricorso Inammissibile: Fatto contro Diritto

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dichiarandolo manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. L’analisi della Corte si è concentrata sulla natura dei motivi proposti, evidenziando come questi non rientrassero tra quelli consentiti in sede di legittimità.

La Questione della Condotta Arbitraria

L’argomento difensivo più significativo si basava sull’articolo 393-bis del codice penale, che esclude la punibilità per chi reagisce a un atto arbitrario del pubblico ufficiale. La Corte ha sottolineato che, come già correttamente valutato dal giudice di merito, la condotta arbitraria deve essere oggettiva e non basata sulla sola percezione soggettiva dell’imputato. Nel caso specifico, tenendo conto del contesto (in particolare una precedente evasione), non sussistevano elementi per qualificare l’azione delle autorità come illegittima o arbitraria. Pertanto, la reazione dell’imputato non poteva beneficiare di alcuna scriminante.

Il Presunto Vizio di Notifica

Anche il motivo procedurale è stato ritenuto infondato. L’imputato lamentava una nullità nella notifica del decreto di citazione in appello. Tuttavia, la Corte ha accertato che la notifica era stata correttamente eseguita presso il difensore, come previsto dall’art. 161, comma 4, del codice di procedura penale. Questa procedura è legittima quando l’imputato omette di comunicare le variazioni del proprio domicilio eletto, come avvenuto nel caso di specie. La modifica del domicilio, infatti, era stata comunicata solo con il deposito del ricorso per cassazione, risultando quindi tardiva per il procedimento d’appello.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità evidenziando che i motivi del ricorso erano mere “doglianze in punto di fatto”. L’imputato, infatti, non contestava una violazione o un’errata applicazione della legge, ma chiedeva una nuova e diversa valutazione delle prove e della dinamica degli eventi, un’attività preclusa al giudice di legittimità. La Cassazione non è un “terzo grado di giudizio” dove si possono riesaminare i fatti, ma ha il solo compito di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge.

I giudici hanno specificato che i motivi erano, inoltre, meramente riproduttivi di censure già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello con argomentazioni giuridiche corrette. Di fronte a una motivazione logica e coerente del giudice di merito, il ricorso che si limita a riproporre le stesse questioni senza individuare vizi di legittimità specifici è destinato all’inammissibilità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione deve essere fondato su vizi di legittimità e non può trasformarsi in un tentativo di ottenere una terza valutazione del merito della vicenda. Per gli operatori del diritto, questa decisione è un monito a formulare i ricorsi in modo rigoroso, concentrandosi esclusivamente sulle violazioni di legge o sui vizi di motivazione (illogicità manifesta o contraddittorietà), evitando di riproporre argomenti fattuali. Per i cittadini, chiarisce che il processo ha una sua struttura precisa e che la valutazione delle prove si esaurisce, di norma, con la sentenza d’appello. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria è la diretta conseguenza della proposizione di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

Quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi proposti non riguardano violazioni di legge, ma si limitano a contestare la ricostruzione dei fatti o la valutazione delle prove già effettuate dai giudici di primo e secondo grado. La Cassazione, infatti, è un giudice di legittimità, non di merito.

La reazione a un atto delle forze dell’ordine percepito come ingiusto è sempre giustificata?
No. Secondo la Corte, per invocare la scriminante della reazione ad un atto arbitrario (art. 393-bis c.p.), è necessario che la condotta del pubblico ufficiale sia oggettivamente illegittima e non solo percepita come tale dal cittadino. La valutazione deve basarsi su elementi concreti e non sulla sola opinione dell’agente.

Cosa succede se la notifica di un atto giudiziario non avviene al domicilio dell’imputato?
Se l’imputato non ha ricevuto la notifica a mani proprie nel domicilio eletto e non ha comunicato eventuali variazioni, la legge (art. 161, comma 4, c.p.p.) prevede che la notifica possa essere validamente eseguita presso il difensore. È onere dell’imputato mantenere aggiornate le comunicazioni relative al proprio domicilio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati