Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza dei Motivi Specifici
Presentare un ricorso in Cassazione richiede una tecnica argomentativa precisa e puntuale. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un’importante lezione su come un ricorso inammissibile possa derivare non solo da vizi formali, ma anche dalla mancanza di specificità nei motivi addotti. Il caso in esame riguarda una condanna per furto con strappo aggravato, dove la difesa lamentava un’eccessiva severità della pena. Analizziamo la decisione per comprendere i requisiti essenziali di un’impugnazione efficace.
I Fatti del Caso: Condanna per Furto con Strappo
Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di furto con strappo monoaggravato. La Corte d’Appello di Torino confermava la sentenza del Tribunale, ritenendo corretta la valutazione dei fatti e la determinazione della pena inflitta.
Non soddisfatto della decisione, l’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo al mancato contenimento della pena nel minimo edittale. Secondo la difesa, i giudici di merito non avrebbero tenuto adeguatamente conto delle modalità dell’azione e delle precarie condizioni di vita del condannato.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della richiesta di riduzione della pena, ma si ferma a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità stessa dell’impugnazione. Secondo i giudici, il motivo presentato era “aspecifico”, ovvero non era stato formulato in modo tale da contestare efficacemente le argomentazioni della sentenza impugnata.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte ha basato la sua decisione su un principio consolidato, richiamando anche una nota sentenza delle Sezioni Unite (n. 8825/2017, Galtelli). I motivi di ricorso non possono essere una semplice riproposizione delle proprie tesi o una critica generica. Essi devono instaurare un dialogo serrato e puntuale con la decisione che si contesta. L’atto di impugnazione, infatti, non può ignorare le ragioni esposte dal giudice precedente, ma deve, al contrario, smontarle pezzo per pezzo.
Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione chiara e logica per giustificare la pena inflitta, superiore al minimo. I giudici di merito avevano evidenziato due elementi cruciali:
1. La condotta violenta e pericolosa: L’imputato non aveva agito da solo, ma aveva approfittato di una condotta intimidatoria messa in atto da due complici nei confronti della vittima. Questa circostanza connotava l’azione di una particolare pericolosità, tenuto conto dei possibili esiti lesivi per la persona offesa.
2. I precedenti specifici: L’imputato risultava già gravato da precedenti condanne per reati della stessa natura, un elemento che il giudice deve considerare nella commisurazione della pena per valutarne la capacità a delinquere.
Il ricorrente, nel suo atto, si era limitato a lamentare la mancata concessione della pena minima in termini generici, senza confrontarsi con queste specifiche argomentazioni. Non ha spiegato perché la valutazione della Corte d’Appello sulla pericolosità dell’azione fosse errata, né ha contestato la rilevanza dei suoi precedenti penali. Questo approccio critico, definito “un proprio approccio critico” dalla Cassazione, ma privo di un confronto diretto con la sentenza, viola il requisito di specificità richiesto dall’articolo 581 del codice di procedura penale.
Conclusioni
L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale del processo penale: l’onere dell’argomentazione grava su chi impugna. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di una critica astratta e non ancorata alla realtà processuale della decisione contestata. Per avere una possibilità di successo, il ricorso per cassazione deve essere un’analisi critica e dettagliata della sentenza di secondo grado, evidenziandone le presunte falle logiche o le violazioni di legge in modo chiaro e specifico. In assenza di questo confronto, il ricorso è destinato a non superare il vaglio di ammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Perché un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo la decisione, un ricorso è inammissibile non solo quando è intrinsecamente vago, ma anche quando manca della necessaria correlazione con le ragioni specifiche del provvedimento impugnato. In pratica, se non contesta punto per punto la motivazione della sentenza precedente, è considerato aspecifico.
Cosa significa che i motivi di ricorso devono essere ‘specifici’?
Significa che il ricorrente deve esplicitare il ragionamento sulla cui base muove le censure, confrontandosi direttamente con le argomentazioni puntuali della decisione avversata. Non è sufficiente proporre un proprio approccio critico generico senza smontare le motivazioni del giudice precedente.
Quali elementi ha considerato la Corte d’Appello per non concedere la pena minima nel caso di specie?
La Corte d’Appello ha giustificato la pena sulla base di due elementi principali: 1) l’imputato ha agito approfittando di una condotta intimidatoria di altri due complici, rendendo l’azione violenta e pericolosa; 2) l’imputato era gravato da precedenti penali specifici.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6526 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6526 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 18/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME (CUI 04PWSQL) nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 16/05/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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NUMERO_DOCUMENTO
Rilevato che l’imputato NOME o NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Torino che ha confermato l sentenza del Tribunale di Torino di condanna per il reato di furto con strappo nnonoaggravato;
Rilevato che l’unico motivo di ricorso – con cui il’ ricorrente lamenta vizio di motivaz quanto al mancato contenimento della pena nel minimo assoluto di legge, tenuto conto delle modalità delle azioni e delle precarie condizioni di vita – è aspecifico in quanto il ricor mancato di adeguarsi all’attuale disposto di cui all’art. 581 cod. proc. pen., perché ha se un proprio approccio critico, omettendo, tuttavia, di esplicitare il ragionamento sulla cui muoveva censure alle puntuali argomentazioni della decisione avversata. A questo riguardo, va altresì ricordato che Sez. U, n. 8825 del 27/10/2016, dep. 2017, Galtelli Rv. 268823, ribadito un principio già noto nella giurisprudenza di legittimità, secondo cui i motivi di per cassazione sono inammissibili non solo quando risultino intrinsecamente indeterminati, ma altresì quando difettino della necessaria correlazione con le ragioni poste a fondamento d provvedimento impugnato e che le ragioni di tale necessaria correlazione tra la decision censurata e l’atto di impugnazione risiedono nel fatto che quest’ultimo non può ignorare ragioni del provvedimento censurato. La Corte di Appello, infatti, ha adeguatamente spiegat che 1) non vi sono elementi validi per una rideterminazione della penai in termini più favore per l’imputato, perché lo stesso ha agito approfittando della condotta intimidatoria attuat altri due complici nei confronti della persona offesa, ponendo in essere un’azione viole connotata da pericolosità tenuto conto dei possibili esiti lesivi che la persona offesa avr potuto subire 2) l’imputato è gravato da precedenti specifici;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore del Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spe processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, 18 gennaio 2024.