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Ricorso inammissibile: quando è vago e aspecifico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi presentati dall’imputato erano vaghi e non specifici. Condannato per un reato minore legato a stupefacenti, l’imputato aveva contestato la motivazione della sentenza e la recidiva, ma la Corte ha ritenuto le critiche generiche e infondate, confermando la condanna e le sanzioni pecuniarie.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso di Vaghezza e Aspecificità

L’ordinanza n. 12256/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla redazione degli atti di impugnazione. Affinché un’istanza venga esaminata nel merito, deve possedere requisiti di chiarezza e specificità. In caso contrario, il rischio è una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Questo caso, riguardante un reato in materia di stupefacenti, dimostra come la genericità dei motivi di ricorso ne determini inevitabilmente il rigetto.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Palermo per un reato previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti, relativo a fatti di lieve entità. La Corte d’Appello, in parziale riforma, pur confermando la responsabilità penale, riconosceva le circostanze attenuanti generiche come equivalenti alla recidiva reiterata infraquinquennale contestata, lasciando invariata la pena nel resto.

Contro questa decisione, la difesa proponeva ricorso per cassazione affidandosi a due principali motivi:
1. Un vizio di motivazione, ritenuta insufficiente e incompleta, tanto da giustificare, a suo dire, un proscioglimento immediato.
2. In via subordinata, la richiesta di eliminare l’aumento di pena applicato per la recidiva.

Le Ragioni della Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha respinto integralmente il ricorso, bollandolo come ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno sottolineato come i motivi presentati fossero ‘estremamente vaghi e non specifici’, incapaci di costituire una critica argomentata e puntuale contro la sentenza impugnata. Un ricorso efficace, infatti, non può limitarsi a deduzioni generiche, ma deve attaccare specifici passaggi logico-giuridici della decisione di merito.

La Corte ha inoltre chiarito due punti fondamentali:
* La semplice ‘insufficienza’ della motivazione non è un vizio che rientra tra quelli tassativamente previsti dall’art. 606 del codice di procedura penale per poter adire la Cassazione.
* La richiesta di proscioglimento era del tutto ingiustificata, specialmente a fronte di una ‘doppia conforme’ di condanna nei precedenti gradi di giudizio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione si fonda su un principio cardine del processo penale di legittimità: la specificità dei motivi di ricorso. La Corte ha ribadito che il ricorrente ha l’onere di formulare una critica precisa e circostanziata, non una lamentela generica. Nel caso di specie, il primo motivo era troppo vago per essere preso in considerazione.

Per quanto riguarda il secondo motivo, quello sulla recidiva, la Corte ne ha evidenziato la palese ‘aspecificità’. La difesa chiedeva di eliminare un aumento di pena che, di fatto, non era mai stato applicato. La Corte d’Appello aveva infatti operato un giudizio di bilanciamento, considerando le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla recidiva. Di conseguenza, nessun aumento sanzionatorio era stato irrogato per tale titolo, rendendo la doglianza del tutto priva di fondamento e di interesse concreto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame è un monito per gli operatori del diritto. La preparazione di un ricorso per cassazione richiede un’analisi rigorosa e la formulazione di censure precise, pertinenti e legalmente fondate. Qualsiasi tentativo di impugnare una sentenza con argomentazioni generiche o non pertinenti è destinato al fallimento, con l’ulteriore conseguenza di una condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. La decisione sottolinea l’importanza di non sprecare risorse giudiziarie con impugnazioni manifestamente infondate, che non fanno altro che confermare la solidità della decisione impugnata.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando risulta manifestamente infondato, presentando deduzioni estremamente vaghe e non specifiche che non costituiscono una vera e propria critica argomentata contro la sentenza impugnata.

Lamentare una ‘motivazione insufficiente’ è un valido motivo di ricorso in Cassazione?
No. La Corte chiarisce che la semplice ‘insufficienza’ della motivazione non rientra nel novero delle ipotesi di ricorribilità per cassazione previste dall’articolo 606 del codice di procedura penale.

Cosa succede se un motivo di ricorso riguarda un aumento di pena che in realtà non è stato applicato?
Il motivo viene giudicato ‘aspecifico’ e, di conseguenza, inammissibile. Nel caso di specie, l’aumento per la recidiva non era stato applicato perché le circostanze attenuanti erano state bilanciate come equivalenti, rendendo la lamentela del ricorrente priva di oggetto e fondamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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