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Ricorso inammissibile: quando è una mera ripetizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per furto. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dall’imputato erano una mera e pedissequa ripetizione di argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, mancando quindi del requisito di specificità necessario per un’analisi di legittimità. La decisione ribadisce che il ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse censure, ma deve contenere una critica argomentata della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Boccia la Semplice Ripetizione dei Motivi

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’Ordinanza n. 2256/2024, offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi. La Corte ha dichiarato un ricorso inammissibile perché i motivi presentati non erano altro che una copia di quelli già discussi e respinti nel precedente grado di giudizio. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: il ricorso per cassazione non è una terza istanza di merito, ma un controllo di legittimità che richiede critiche specifiche e argomentate contro la sentenza impugnata.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato condannato per furto. L’appellante basava le sue doglianze su tre punti principali:

1. La contestazione sulla qualificazione giuridica del fatto, chiedendo fosse derubricato a furto semplice ai sensi dell’art. 624 c.p.
2. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
3. Il diniego della circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62, co. 1, n. 4 c.p.).

L’imputato, non soddisfatto della decisione della Corte d’Appello di Perugia, si rivolgeva alla Suprema Corte sperando in una revisione del giudizio.

La Decisione della Corte: il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le speranze del ricorrente, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, quello della validità formale e sostanziale dell’atto di impugnazione. La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso fossero meramente “apparenti” e non “specifici”, in quanto si limitavano a riprodurre le stesse argomentazioni già vagliate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Decisione

Le ragioni alla base di questa ordinanza sono cruciali per comprendere la funzione della Corte di Cassazione.

La Pedissequa Reiterazione dei Motivi

Il cuore della decisione risiede nella constatazione che il ricorso era una “pedissequa reiterazione” dei motivi d’appello. La Corte suprema ribadisce che un ricorso, per essere ammissibile, deve assolvere una funzione critica specifica nei confronti della sentenza impugnata. Non basta ripetere le proprie tesi difensive; è necessario dimostrare dove e perché la Corte d’Appello ha sbagliato nel suo ragionamento giuridico, evidenziando vizi di legge o di motivazione. In assenza di questa critica mirata, il motivo di ricorso è considerato generico e, di conseguenza, inammissibile.

L’Attenuante del Danno di Speciale Tenuità

Anche riguardo al diniego dell’attenuante per il danno di speciale tenuità, la Corte ha sottolineato come il ricorrente si fosse limitato a riproporre la questione senza confrontarsi con la giurisprudenza consolidata. La Corte ha colto l’occasione per ricordare che tale attenuante presuppone un danno di “rilevanza minima”, quasi trascurabile per la persona offesa, e un pregiudizio “lievissimo, ossia di valore economico pressoché irrisorio”. Poiché il ricorso non argomentava in modo specifico contro la valutazione fatta dalla Corte d’Appello su questo punto, anche tale motivo è stato ritenuto inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito per chiunque intenda presentare un ricorso per cassazione. La decisione evidenzia che la redazione dell’atto richiede un’analisi critica e approfondita della sentenza di secondo grado, non una semplice riproposizione delle difese precedenti. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente, che viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. La specificità e la pertinenza dei motivi sono, quindi, requisiti non negoziabili per accedere al giudizio di legittimità.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se manca di specificità, ovvero se si limita a essere una mera e pedissequa ripetizione di argomentazioni già presentate e respinte nel precedente grado di giudizio, senza formulare una critica argomentata contro la sentenza impugnata.

Cosa si intende per attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità?
È una circostanza attenuante che si applica quando il danno economico causato alla vittima ha una ‘rilevanza minima’, ovvero è di entità quasi trascurabile e arreca un pregiudizio ‘lievissimo, ossia di valore economico pressoché irrisorio’.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte (nel caso specifico, tremila euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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