Ricorso Inammissibile: Quando la Condanna è Definitiva non si Torna Indietro
Con l’ordinanza n. 21268/2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’impossibilità di rimettere in discussione aspetti di una sentenza già divenuti irrevocabili. Il caso in esame dimostra come un ricorso inammissibile possa derivare dal tentativo di sollevare questioni, come la prescrizione, su un punto – l’accertamento della responsabilità – ormai cristallizzato in un giudicato parziale. Analizziamo insieme la vicenda.
I Fatti di Causa
La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di riciclaggio, previsto dall’art. 648-bis del codice penale. L’imputato, a seguito di un complesso iter giudiziario, si trovava di fronte a una sentenza della Corte d’Appello che aveva il solo compito di rideterminare la pena da infliggere. Questo specifico compito derivava da una precedente pronuncia della stessa Corte di Cassazione, che aveva annullato la sentenza precedente ma limitatamente al trattamento sanzionatorio, rinviando il caso a un nuovo giudice d’appello.
Contro questa nuova sentenza, l’imputato proponeva un ulteriore ricorso per cassazione, basandolo su un unico motivo: la mancata declaratoria di prescrizione del reato, che a suo dire sarebbe maturata nel frattempo.
Il Ricorso Inammissibile e la Decisione della Cassazione
La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha liquidato in poche righe, dichiarandolo manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda su una logica processuale stringente e consolidata.
Gli Ermellini hanno sottolineato che il giudizio d’appello, oggetto dell’impugnazione, aveva un perimetro ben definito: la sola rideterminazione della pena. Questo perché la parte della sentenza relativa all’affermazione della colpevolezza dell’imputato non era stata oggetto del precedente annullamento con rinvio. Di conseguenza, l’accertamento della responsabilità penale era già passato in giudicato, diventando irrevocabile e non più discutibile.
Le Motivazioni della Suprema Corte: il Giudicato Parziale
Il cuore della decisione risiede nel principio del “giudicato parziale”. Quando la Corte di Cassazione annulla una sentenza solo su alcuni punti specifici (in questo caso, la quantificazione della pena), tutti gli altri punti della decisione (come l’accertamento del fatto e la colpevolezza dell’imputato) diventano definitivi e intangibili. Si forma, appunto, un giudicato parziale.
Nel caso di specie, la responsabilità dell’imputato era già stata accertata in modo definitivo. Pertanto, nel successivo giudizio di rinvio, né la Corte d’Appello né, tantomeno, la Corte di Cassazione potevano tornare su quel punto. Di conseguenza, anche l’eccezione di prescrizione, che attiene all’estinzione del reato e quindi presuppone una discussione sulla responsabilità, non poteva più essere sollevata. Il tentativo di farlo ha reso il ricorso inammissibile.
Conclusioni: le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza offre un importante insegnamento: una volta che un capo della sentenza diventa irrevocabile, non è più possibile rimetterlo in discussione, neanche per vie traverse come l’eccezione di prescrizione. La strategia difensiva deve tenere conto dei limiti imposti dal giudicato parziale. Proporre un ricorso su punti ormai definitivi non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente. La Corte, infatti, oltre a dichiarare l’inammissibilità, ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a sanzione di un’impugnazione palesemente infondata.
È possibile sollevare la questione della prescrizione in qualsiasi fase del processo?
No, la Corte ha chiarito che se la responsabilità penale è già stata accertata con una sentenza irrevocabile, non è più possibile eccepire la prescrizione in una fase successiva del giudizio, dedicata esclusivamente alla rideterminazione della pena.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito (cioè, non si valuta se l’appellante abbia ragione o torto) perché mancano i presupposti previsti dalla legge per poterlo presentare. In questo caso, il motivo era contestare un punto della sentenza già divenuto definitivo e non più discutibile.
Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21268 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21268 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 17/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 10/10/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
N. 711/24 NOME
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui all’art. 648-bis cod. pen.) ed esaminati i motivi di ricorso;
Ritenuto che l’unico motivo dedotto nel ricorso, relativo al mancato rilievo dell’intervenuta prescrizione, è manifestamente infondato dal momento che la pronuncia impugnata aveva ad oggetto unicamente la rideterminazione della pena in seguito ad annullamento con rinvio da parte di questa Corte di cassazione, con conseguente irrevocabilità dell’accertamento di responsabilità;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 17/05/2024