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Ricorso inammissibile: quando è troppo generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché ritenuto eccessivamente generico e privo di specificità. Il ricorrente, condannato per guida in stato di ebbrezza e porto di oggetti atti ad offendere, aveva contestato la qualificazione giuridica dei fatti senza però argomentare in modo preciso l’errore del giudice di primo grado. La Suprema Corte ha sottolineato che per evitare una dichiarazione di inammissibilità, l’atto di impugnazione deve confrontarsi puntualmente con le motivazioni della sentenza impugnata, indicando chiaramente le ragioni della doglianza.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Spiega i Requisiti di Specificità

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia: è fondamentale articolare le proprie ragioni in modo chiaro, preciso e pertinente. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un’occasione preziosa per approfondire il concetto di ricorso inammissibile per genericità, un esito che comporta non solo la conferma della condanna, ma anche ulteriori conseguenze economiche per il ricorrente. L’analisi di questo caso pratico ci aiuta a comprendere quali sono i requisiti essenziali che un atto di impugnazione deve possedere per superare il vaglio di ammissibilità.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una sentenza del Tribunale di Chieti, emessa con il rito del patteggiamento (art. 444 c.p.p.). Un soggetto era stato condannato a pene distinte per due reati commessi contestualmente: il primo per guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186 del Codice della Strada, e il secondo per il porto di oggetti atti ad offendere, secondo l’art. 4 della legge n. 110/1975. Nello specifico, l’imputato era stato trovato alla guida di un’auto in stato di alterazione alcolica e, a bordo del veicolo, erano stati rinvenuti diversi oggetti qualificati dal giudice come armi improprie.

Contro questa sentenza, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su un unico motivo: un presunto vizio di motivazione relativo alla corretta qualificazione giuridica dei fatti contestati.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale: i motivi di ricorso devono essere specifici e non generici. Secondo i giudici di legittimità, il ricorso presentato non soddisfaceva affatto questo requisito.

Il ricorrente si era limitato a denunciare un’omessa valutazione sulla correttezza della qualificazione giuridica dei fatti, ma lo aveva fatto in termini vaghi, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, oltre a confermare la condanna, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

Il cuore della decisione risiede nella valutazione della genericità del motivo di ricorso. La Corte spiega che il ricorrente ha dedotto l’assenza, l’illogicità e la contraddittorietà della motivazione in modo astratto, senza mai entrare nel merito delle argomentazioni del giudice di primo grado.

Il Tribunale, seppur in modo conciso come spesso accade nelle sentenze di patteggiamento, aveva descritto i fatti in modo sufficiente a giustificare la qualificazione giuridica adottata. Aveva specificato che l’imputato si trovava in stato di ebbrezza e che nel veicolo erano presenti oggetti atti ad offendere, che lo stesso giudice aveva definito come “armi improprie”. Questa descrizione, secondo la Cassazione, dimostra che il giudice di merito aveva compiuto una propria e autonoma valutazione, non limitandosi a ratificare la contestazione iniziale.

Il ricorso, invece, non ha indicato in modo preciso quale fosse l’errore commesso dal Tribunale. Non ha spiegato perché la qualificazione giuridica fosse errata, né ha proposto una qualificazione alternativa motivata. In sostanza, è venuto meno a quel dovere di “confronto” con il provvedimento impugnato che è essenziale per un’impugnazione efficace. Un ricorso è considerato generico quando non indica in modo comprensibile la natura della doglianza e le sue ragioni, risultando di fatto incomprensibile nel suo obiettivo critico.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque si approcci al giudizio di legittimità: la specificità non è un mero formalismo. È l’essenza stessa del diritto di impugnazione. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è indispensabile che l’atto:

1. Analizzi criticamente la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone i passaggi ritenuti erronei.
2. Indichi in modo chiaro e preciso le norme che si assumono violate e le ragioni di tale violazione.
3. Sia autosufficiente, ovvero contenga tutti gli elementi necessari a far comprendere al giudice la questione sollevata, senza che debba ricercare altri atti processuali.

Le conseguenze di un ricorso generico non sono banali. Oltre alla delusione di vedersi respingere l’impugnazione senza un esame nel merito, vi è una condanna certa al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie ammonta a 3.000 euro. Ciò sottolinea la responsabilità del difensore nella redazione di un atto che sia non solo fondato nel diritto, ma anche impeccabile nella forma e nella struttura argomentativa.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile a causa della sua assoluta genericità e mancanza di specificità. Il ricorrente ha criticato la qualificazione giuridica dei fatti in modo vago, senza confrontarsi con la motivazione della sentenza impugnata e senza indicare in modo preciso e comprensibile le ragioni della sua doglianza.

Cosa si intende per ‘motivo generico’ in un ricorso?
Un motivo è considerato generico quando non individua il punto specifico della decisione che si contesta e non espone le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la critica. In pratica, si limita a una lamentela astratta senza fornire alla Corte gli strumenti per valutare la fondatezza dell’impugnazione.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Oltre alla mancata revisione della sentenza, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata determinata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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