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Ricorso inammissibile: quando è troppo generico?

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un automobilista condannato per guida con patente revocata. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che non erano specificamente correlati alle argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limitavano a lamentare una carenza di motivazione. L’ordinanza ribadisce che per un valido ricorso è necessaria una critica puntuale del provvedimento contestato. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Boccia le Impugnazioni Generiche

Un ricorso inammissibile è uno degli esiti più negativi per chi decide di impugnare una sentenza. La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale: non basta lamentarsi, bisogna contestare punto per punto le ragioni del giudice. Analizziamo un caso pratico che illustra perfettamente perché la specificità è cruciale nel processo penale.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna di un automobilista da parte del Tribunale e, successivamente, della Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto responsabile del reato previsto dall’articolo 116, comma 15, del Codice della Strada, per essere stato sorpreso alla guida di un veicolo pur avendo la patente di guida revocata.

Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando un vizio di motivazione sia riguardo all’affermazione della sua responsabilità sia in relazione al trattamento sanzionatorio applicato.

L’Analisi del Ricorso Inammissibile da Parte della Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso e li ha giudicati con estrema severità. I giudici hanno definito le argomentazioni dell’imputato come “assolutamente generiche”. Invece di contestare specifici passaggi della sentenza d’appello o di evidenziare precise contraddizioni logiche, il ricorrente si era limitato a una sterile lamentela sulla presunta carenza di motivazione.

Questo approccio è stato considerato del tutto inefficace. La Corte ha sottolineato che un’impugnazione non può consistere in una critica astratta, ma deve necessariamente confrontarsi con il percorso argomentativo seguito dal giudice che ha emesso la sentenza impugnata. In altre parole, chi ricorre ha l’onere di spiegare perché, esattamente, le ragioni del giudice precedente sono sbagliate, e non può semplicemente ignorarle.

Le Motivazioni della Decisione

Per motivare la sua decisione, la Cassazione ha richiamato un importante principio di diritto, già affermato dalle Sezioni Unite (sentenza n. 8825 del 2017). Secondo tale principio, i motivi di ricorso sono inammissibili non solo quando sono vaghi e indeterminati, ma anche quando manca la “necessaria correlazione” con le ragioni della decisione impugnata.

Proporre un’impugnazione significa instaurare un dialogo critico con la sentenza che si contesta. Se il ricorso ignora completamente le argomentazioni del giudice precedente, il dialogo non avviene e l’atto perde la sua funzione. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione ha avuto conseguenze significative per il ricorrente. Oltre alla conferma definitiva della condanna, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questo caso serve da monito: un’impugnazione, specialmente in Cassazione, non è un tentativo generico di ottenere una revisione del processo. È un atto tecnico che richiede precisione, specificità e un confronto diretto e puntuale con la logica giuridica della sentenza che si intende demolire. Un ricorso inammissibile perché generico rappresenta non solo una sconfitta legale, ma anche un inutile dispendio di tempo e risorse economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le motivazioni presentate erano assolutamente generiche, prive di riferimenti al caso concreto e non si confrontavano con il percorso argomentativo della sentenza impugnata, limitandosi a lamentare una generica carenza di motivazione.

Cosa significa che i motivi di ricorso devono avere una “necessaria correlazione” con la sentenza?
Significa che l’appellante non può ignorare le ragioni fornite dal giudice nella sentenza che contesta. Deve invece analizzare quelle ragioni e spiegare specificamente perché le ritiene errate. Un’impugnazione che non fa questo è considerata priva della necessaria correlazione e quindi inammissibile.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito dell’inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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