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Ricorso inammissibile: quando è tardi per eccezioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un cittadino straniero condannato per violazione delle norme sull’immigrazione. I motivi dell’inammissibilità risiedono nella tardiva presentazione di un’eccezione procedurale, non sollevata nei gradi di merito, e nella manifesta infondatezza della richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto, negata a causa dei precedenti dell’imputato.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando le Eccezioni Vanno Presentate in Giudizio

La tempistica e la strategia processuale sono elementi cruciali in ogni giudizio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione lo dimostra chiaramente, dichiarando un ricorso inammissibile a causa di errori procedurali e della manifesta infondatezza dei motivi. Questo caso offre uno spunto fondamentale sull’importanza di sollevare le giuste eccezioni al momento opportuno, pena la preclusione di farle valere in un secondo momento.

I Fatti del Caso: La Condanna e l’Appello

Un cittadino straniero veniva condannato dal Giudice di Pace al pagamento di una pena pecuniaria di 3.000,00 euro per un reato previsto dalla normativa sull’immigrazione (art. 14, comma 1-bis, d.lgs. 286/1998). A seguito della condanna, l’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per Cassazione basandolo su due principali motivi:

1. Violazione di legge sulla lingua dell’atto: si lamentava la mancata traduzione, nella lingua del ricorrente, di un provvedimento emesso dalla Questura, atto presupposto del procedimento penale.
2. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: si contestava la decisione del giudice di non aver riconosciuto la causa di non punibilità prevista dall’art. 34 del d.lgs. 274/2000, sostenendo che il fatto fosse occasionale e il grado di colpevolezza esiguo.

L’Analisi della Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato entrambi i motivi, giungendo a una conclusione netta: il ricorso è inammissibile. L’analisi dei giudici si è concentrata su aspetti procedurali e di merito, evidenziando le lacune dell’atto di impugnazione.

L’Eccezione sulla Lingua Sollevata Troppo Tardi

Il primo motivo di doglianza è stato respinto per una ragione puramente procedurale. La Corte ha osservato che la questione relativa alla mancata traduzione del provvedimento della Questura non era mai stata sollevata nel corso del processo di merito. Presentare una tale eccezione per la prima volta in sede di legittimità non è consentito, poiché richiederebbe accertamenti di fatto che esulano dai poteri della Cassazione. Il ricorrente, inoltre, non ha fornito alcuna prova di aver sottoposto la questione al giudice di primo grado. Di conseguenza, l’eccezione è stata considerata tardiva.

La Particolare Tenuità del Fatto: una Valutazione Infondata

Anche il secondo motivo è stato giudicato privo di fondamento. Sebbene la motivazione del giudice di pace fosse sintetica, la Cassazione l’ha ritenuta sufficiente per giustificare il diniego della causa di non punibilità. Il giudice di merito aveva infatti evidenziato come l’imputato fosse già destinatario di altri provvedimenti restrittivi, in relazione ad altre condotte contestate. Questa circostanza è stata ritenuta ostativa alla qualificazione del fatto come di ‘particolare tenuità’.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la dichiarazione di inammissibilità sulla base di principi consolidati della procedura penale. In primo luogo, ha ribadito che il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una sede per accertamenti di fatto; le questioni che li richiedono devono essere sollevate e documentate nei gradi di merito. L’inerzia della parte durante il processo non può essere sanata in Cassazione.
In secondo luogo, riguardo alla tenuità del fatto, la Corte ha confermato che la valutazione del giudice di merito, seppur sintetica, è incensurabile in sede di legittimità se logicamente fondata su elementi concreti, come in questo caso la presenza di altri procedimenti a carico dell’imputato. La manifesta infondatezza del motivo ha contribuito a rendere il ricorso inammissibile nel suo complesso.

Conclusioni

La sentenza in esame sottolinea un insegnamento fondamentale per la pratica legale: la strategia difensiva deve essere costruita sin dal primo grado di giudizio. Le eccezioni procedurali, come quelle relative alla lingua degli atti, devono essere tempestivamente sollevate per non perdere il diritto di farle valere. La decisione della Corte, che ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende, serve da monito: un ricorso basato su motivi tardivi o manifestamente infondati non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche ulteriori conseguenze economiche per l’imputato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché il primo motivo, relativo alla mancata traduzione di un atto, non era stato sollevato nel precedente grado di giudizio, mentre il secondo motivo, sulla particolare tenuità del fatto, è stato giudicato manifestamente infondato.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione la questione della mancata traduzione di un atto?
No, la sentenza chiarisce che una questione del genere, richiedendo un accertamento di fatto, deve essere sollevata e documentata nel corso del processo di merito. Presentarla per la prima volta in sede di legittimità è una mossa proceduralmente tardiva e non consentita.

Per quale ragione non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La particolare tenuità del fatto non è stata applicata perché il giudice di merito ha ritenuto che la condotta non potesse essere qualificata come tale, dato che l’imputato risultava già destinatario di altri provvedimenti restrittivi legati ad altre condotte contestate, elemento che esclude la natura occasionale e lieve del comportamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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